Effetto reddito di cittadinanza: mancano i bagnini. “Neanche per 1.500 euro al mese si trovano…”

4 Lug 2023 16:15 - di Gilda Palmieri

L’ultimo morto oggi pomeriggio a Livorno, vittima un 47 enne moldavo. Di bagnini, però, ne mancano quattromila in tutta Italia ed è l’allarme lanciato da Confcommercio. Nonostante un ottimo stipendio , 1.500 euro mensili per un regolare contratto di lavoro e cinque mesi di assunzione con possibilità successiva di avere una piccola naspi, nessuno vuole lavorare nei lidi. Ed è uno dei tanti effetti paradossali del reddito di cittadinanza. L’effetto “divano” che prevale sulla voglia di lavorare. Certo, un po di impegno ci vuole: per il  brevetto serve un corso (spesso, a frequentarlo, sono i ragazzi che ancora vanno a scuola e che, a inizio stagione, sono ancora sui libri). Ci vuole preparazione e un’abitudine al sacrificio, anche se nel 99,4% dei casi non succede mai nulla, fortunatamente, nei nostri lidi. Insomma, più comodo restare a casa e guadagnare settecento euro mensili.

In Liguria i titolari affrontano l’emergenza direttamente

“È vero, c’è emergenza personale, ma non mettiamola giù come se il mare per questo fosse non vigilato –  ha detto nei giorni scorsi  Enrico Schiappapietra, presidente del sindacato bagni marini ligure – Ricordiamoci che senza il bagnino uno stabilimento non può funzionare e quindi l’emergenza in queste ore è tamponata da altre figure, spesso direttamente dai titolari o loro congiunti, che hanno il brevetto e lo fanno in prima persona. Adesso, con la stagione ancora all’inizio, si può in fondo fare senza troppi problemi”. Ma l’ostacolo principale per individuare queste figure indispensabili è l’alternativa comoda del reddito di cittadinanza.

Il boom turistico e le carenze di stagionali dovute al reddito

Secondo l’Istituto Demoskopika l’Italia potrebbe  arrivare il 2023 ad ospitare qualcosa come 442 milioni di presenze, con una crescita del 12,2% rispetto a un 2022 già da record. Il problema, però, è l’assenza di lavoratori stagionali, dai camerieri ai receptionist, che non si riescono a trovare. I giovani preferiscono continuare a ricevere l’assegno di disoccupazione, che subirà gli effetti della modifica operata dal governo Meloni con all’orizzonte un altro problema e cioè l’assuefazione, dopo ben cinque anni, a percepire un reddito senza fare nulla, cercando semmai la via dell’illegalità con un lavoro nero. L’ennesimo paradosso lasciato in eredità dall’Italia a guida cinquestelle.

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