Folla di ex compagni e tifosi ai funerali di D’Amico. Abodi: un’umanità, la sua, mai cambiata nel tempo
Un bagno di folla con bandiere, striscioni, cori e tanti amici accorsi presso la chiesa Gran Madre di Dio a Ponte Milvio, a Roma, per i funerali di Vincenzo D’Amico, storica bandiera della Lazio, scomparso lo scorso 1 luglio all’età di 68 anni. Un amore sincero, vero, di un popolo ferito, quello laziale, ma orgoglioso del proprio beniamino. Circa un migliaio i presenti, tra cui personalità di spicco dello sport come il presidente della Figc, Gabriele Gravina, o il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi. Passando per molti suoi ex compagni di squadra come Bruno Giordano, Giancarlo Oddi, Michelangelo Sulfaro e Andrea Agostinelli. Oltre a una delegazione della Lazio rappresentata da Danilo Cataldi e dal presidente Claudio Lotito. E proprio Abodi ha voluto ricordare «una persona fantastica, che ha apprezzato la vita anche nei momenti di difficoltà, con un’umanità mai cambiata nel tempo. Non l’ho visto rattristito, anche quando ne avrebbe avuto motivo. Quello che mi porterò nel tempo è il sorriso fuori e dentro», le sue parole.
Sinceramente commosso anche Danilo Cataldi, calciatore che per motivi anagrafici non ha potuto ammirare dal vivo il talento di D’Amico ma che sottolinea: «Era un uomo scherzoso, ma in campo si faceva rispettare. Aveva una classe incredibile, è giusto rendergli omaggio nel migliore dei modi. È stato una bandiera, sappiamo quello che ha fatto per la Lazio e questo è quello che merita». Mentre per il presidente della Lazio, Lotito, quella di D’Amico è «una grave perdita. È stata una persona che ha fatto la storia della Lazio, sempre nel cuore dei nostri tifosi. E in questo momento di tristezza ho sentito l’obbligo di essere presente per testimoniare che la nostra storia non viene mai dispersa e dimenticata». All’uscita del feretro, portato dai suoi compagni di mille battaglie Giordano, Oddi, Agostinelli e Sulfaro, cori e fumogeni dei tifosi biancocelesti presenti che hanno voluto far sentire il proprio calore nel giorno più difficile per la famiglia. «Chi non tradisce diviene immortale», recita invece lo striscione fuori dalla chiesa dedicato alla sua memoria, ultimo saluto di un popolo al proprio beniamino.
(Italpress)