Giustizia, l’Anm fa la vittima: “Il governo ci attacca, ma noi non abbiamo fatto nulla”

8 Lug 2023 13:00 - di Sveva Ferri
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Nessuna interferenza, nessuno schieramento politico, nessuna voglia di aprire uno scontro con la politica, che anzi è subìto “senza che noi si sia fatto niente”. Nel corso del comitato direttivo dell’Anm, il presidente Giuseppe Santalucia, di fronte alle critiche per i casi Santanchè e Delmastro, ha vestito l’associazione dei magistrati e tutta la categoria dei panni della vittima nei confronti di un governo che sarebbe impegnato ad “attaccare al cuore la magistratura” al punto che “il sospetto è che le riforme costituzionali siano sbandierate non perché si crede servano a migliorare il sistema, ma come risposta di punizione”. Nessuna stranezza, insomma, negli attacchi giudiziari giunti come un uno-due contro membri dell’esecutivo. La stranezza, semmai, secondo l’associazione magistrati, sarebbe registrare le anomalie dei due casi e cercare di sanare le storture che le hanno consentite.

Attacchi sono arrivati dai giudici anche al “collega” Alfredo Mantovano, sottosegretario del governo Meloni: “Anche il sottosegretario Mantovano, stimatissimo e stimabilissimo ex collega, parla di interferenze del giudiziario nella politica. Non ho ben compreso a cosa faccia riferimento, se il riferimento è ad un’indagine nei confronti di un ministro e ad un ordine di formulazione dell’imputazione, in quelle parole non rinvengo traccia di razionalità istituzionale”, ha detto Santalucia.

Attacco a Mantovano, la replica di Malan

Parole categoriche, alle quali replica, sul fronte politico, il capogruppo al Senato di FdI Lucio Malan: “Sorprende che il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, attacchi il sottosegretario, nonché ex magistrato, Alfredo Mantovano per aver parlato delle ‘interferenze di alcune iniziative giudiziarie sulla politica’ come di un problema che riguarda tutti. Il dottor Santalucia mostra di ritenere che il sottosegretario si riferisse ai casi Santanché e Delmastro, quando invece egli ha detto chiaramente che parlava di un fenomeno che in 30 anni ha colpito tutti i governi. Vogliamo ricordare che il secondo governo Prodi cadde perché il partito di Clemente Mastella fu oggetto di una pesantissima iniziativa giudiziaria, poi finita poi nel nulla?”, fa notare Malan. Che aggiunge: “Vogliamo ricordare la vicenda di Renzi e dei suoi genitori, finiti sotto accusa quando l’allora leader del Pd era a capo del governo e assolti definitivamente solo oggi? Per non parlare delle molteplici vicende che hanno coinvolto Silvio Berlusconi a cominciare da quella del 1994, preannunciata da un quotidiano durante un vertice internazionale e anch’essa finita nel nulla? Ricordo, infine, che chi più ha parlato di queste interferenze è stato un predecessore di Giuseppe Santalucia, Luca Palamara, che sul tema ha scritto addirittura due libri da cui emerge un quadro non molto rassicurante. Credo – osserva – dovrebbe essere interesse di tutte le forze politiche e della magistratura trovare le soluzioni per far fronte a una realtà che è difficile negare”.

Il presidente dell’Anm parla delle riforme costituzionali come di una “punizione”

L’attacco alla riforma Nordio, però, è stato al centro dell’intervento del presidente dell’Anm. “Il sospetto è che le riforme costituzionali siano sbandierate non perché si crede servano a migliorare il sistema, ma come risposta di punizione nei confronti della magistratura. Se questo è, io chiedo con rispetto e umiltà di cambiare passo”, ha detto Santalucia, parlando di un’accelerazione sulla separazione delle carriere dovuta al fatto che “un giudice non è stato d’accordo con un pm”. Noi “vogliamo discutere di riforme che sembrano utili e di quelle che utili non ci sembrano, non interferiamo”, ha aggiunto Santalucia, sebbene l’Anm si sia schierata contro la riforma della Giustizia di fatto prima ancora di conoscerne i contenuti.

Lo scontro con la politica? “Noi non si è fatto nulla”

“Stiamo occupando le cronache senza volerlo. Si parla di scontro tra politica e magistratura, è uno scontro non voluto che stiamo subendo” e che “si è innalzato senza che noi si sia fatto nulla”, ha detto ancora il presidente del sindacato dei magistrati, lamentando come “un attacco pesantissimo” le perplessità e i dubbi sollevati dagli ambienti del governo rispetto ai casi Santanchè e Delmastro. Il tema, ha sostenuto, è “la legittimazione della magistratura” di fronte ad “accuse gravissime, che la colpiscono al cuore”. “Il silenzio sarebbe un arretramento, e noi non arretriamo davanti alla difesa della Costituzione”, ha quindi proseguito Santalucia, affermando che “il nostro silenzio sarebbe l’impacciato mutismo di chi non sa reagire con fermezza a una politica muscolare rivolta a un’istituzione di garanzia” e che “noi siamo lontani dal potere e dalle fazioni politiche”.

L’Anm: “Un’associazione libera, trasparentissima e senza pregiudizi”

Santalucia, quindi, parlando dell’Anm come di “un’associazione libera e trasparentissima”, ha sostenuto che “noi interveniamo senza soluzioni pregiudiziali, non apparteniamo a nessun partito e interveniamo esercitando un diritto di associazione, attenti a farlo riempiendo la nostra presenza con contenuti. Ma invece di parlare di contenuti critici si è spostato il dibattito sulla questione del diritto di parola dell’Anm”. Insomma, l’Anm non ha nulla da rimproverarsi e mai travalica il perimetro del suo mandato e delle sue competenze. Poi, che fuori dalle sue file siano in molti a non vederla così è elemento non pervenuto. E non solo in questa vituperata maggioranza di governo.

Ma anche nell’opposizione c’è chi parla di “offensiva della magistratura, con in testa l’Anm”

“Il vero problema non sono le inchieste, ma l’offensiva della magistratura, con in testa l’Anm, che torna a rivendicare il diritto di veto su norme che devono ancora essere discusse”, ha detto in un’intervista al Giornale di oggi l’ex viceministro alla Giustizia del governo Renzi e oggi deputato di Iv, Enrico Costa. “L’Anm ha diritto di parola se una legge vuole alzare l’età pensionabile dei magistrati, ma non può avere titolo per bloccare la modifica dell’abuso d’ufficio”, ha aggiunto, sottolineando quindi che “Nordio ha fatto bene a parlare di invasione di campo, è un fenomeno già visto ai tempi del ministro Cartabia, è la pretesa di influenzare il potere legislativo non soltanto venendo in commissione giustizia ma ancora prima sui giornali”. “Che poi – ha aggiunto – a parlare sono sempre gli stessi, potrei fare l’elenco afabetico: A di Abamonte, C di Caselli, S di Santalucia…”.

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