Giustizia, l’affondo dell’ex ministro Castelli: “Dai magistrati deriva antidemocratica”

17 Lug 2023 9:55 - di Gilda Palmieri
Roberto Castelli

Un duro j’accuse e una lunga disamina sulle vicende di questi giorni, con l’invito al ministro Nordio a tenere duro, a procedere sulla separazione delle carriere e a portare avanti quelle riforme che nel passato il centrodestra non riuscii a realizzare. A La Verità, Roberto Castelli, ex guardasigilli leghista di due governi Berlusconi, affida le sue confidenze e confida in un cambio netto rispetto al passato. “Ero quello che si prendeva le legnate quando esplose lo scontro tra Silvio e la magistratura. Però sono stato il ministro della Giustizia più longevo della storia, ma oggi la politica è senza memoria. E molte storture sono rimaste intatte”.

L’esempio degli altri Paesi e la separazione delle carriere

Castelli parte dalle critiche rivolte dall’Anm alla riforma della separazione delle carriere “Forse la Francia o il Regno Unito sono Paesi poco democratici? Per non parlare degli Stati Uniti, dove il procuratore è completamente separato dal giudice. Lo sanno che a Parigi il vicepresidente del Csm è il ministro della Giustizia? Il vero pericolo per la democrazia è quello di un potere gestito da una casta che procede per cooptazione, eletta da nessuno”. L’ex inquilino di via Arenula ricorda come “ci sono sempre state, nella magistratura italiana, frange militanti che  hanno teorizzato la creazione di una forma politica socialista attraverso le azioni giudiziarie. Lo hanno anche messo nero su bianco, non lo dico io. Per dire, l’altro giorno ho sentito Davigo in televisione dire che bisogna punire i mascalzoni non solo sul piano dei reati, ma anche sul piano etico. Siamo ancora a questo punto? Non ci siamo ancora liberati dell’istinto messianico di certe toghe, che si ritengono depositarie dell’etica nazionale. Tuttavia, pur essendo frange estremiste potenti, resta tutto sommato un fenomeno piuttosto limitato”.

La riforma del Csm, punto fondante

Castelli dice nell’intervista a La Verità che se fosse ministro oggi proporrebbe” di cambiare due o tre frasi della Costituzione: serve la separazione delle carriere, interverrei sull’obbligatorietà della funzione penale, che è una finzione, e poi bisogna riformare il Csm, perlomeno sulla funzione disciplinare. Non sarebbero azioni rivoluzionarie: si tratterebbe solo di allineare la Costituzione alla storia delle grandi democrazie occidentali”. La chiosa è un incoraggiamento a Nordio e alla Lega ” che deve sostenere il ministro incondizionatamente” mentre sui magistrati l’invito è a cambiare anche i criteri meritocratici sulla carriera “perché a  parte gli eroi, come Falcone e Borsellino, e quelli che lavorano 15 ore al giorno, il magistrato può impostare come vuole la sua vita professionale. Nessuno può contestarlo  o punirlo per i suoi errori. Gli scatti di carriera funzionano per anzianità. Conosco diversi magistrati che passano la vita a giocare a golf. Dal loro punto di vista, hanno ragione: chi glielo fa fare di cambiare?”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *