Grillo jr, verso il binario morto. Dopo 4 anni il processo per stupro di gruppo potrebbe ripartire da zero

10 Lug 2023 10:09 - di Alessandra Parisi

Siamo all’undicesima udienza del processo per Ciro Grillo, che vede imputati oltre al figlio del fondatore del M5S tre suoi amici genovesi (Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsigli). Con l’accusa  di violenza sessuale di gruppo. Ma l’iter processuale, dopo 4 anni dai fatti e dalla denuncia delle due vittime, è tutt’altro che fluido.

Processo Ciro Grillo a rischio

C’è il serio rischio che tutto possa finire in un binario morto per il trasferimento in un’altra procura (a Bari) di uno dei giudici a latere del processo. E il possibile spostamento a diverso ufficio dell’altro giudice a latere. Una “fattispecie” controversa. Che rischia di far ripartire tutto da zero o di allungare ulteriormente i tempi del processo. Se, come è più che probabile, il team dei legali degli imputati ‘impugnerà’ il trasferimento dei giudici.

Il nodo del trasferimento dei giudici a latere

Sarà l’udienza di oggi a Tempio Pausania a decidere come procedere. In teoria sarebbe previsto che i consulenti informatici delle difese e delle parti civili depositassero l’abbondante materiale probatorio. La copia di tutto è già nel fascicolo del giudice. Ma ai consulenti delle parti è stato chiesto di evidenziare i file sui quali ciascuno vorrà poi concentrarsi quando quel materiale sarà esaminato in aula. Ma non è detto che accada.

Le perplessità  del presidente dell’Unione camere penali

A sollevare la questione dei giudici che vanno via è stato il presidente dell’Unione delle Camere penali Gian Domenico Caiazza sul Riformista.  “C’è qualcuno di voi che, da imputato, accetterebbe l’idea che il giudice, che ha seguito tutta l’istruttoria dibattimentale dalla quale dipende più o meno la tua vita, se ne vada bellamente prima di concludere il processo?”, si chiede Caiazza. “E che costui venga sostituito da un giudice che non sa nulla del processo, e che se ne farà un’idea leggendo i verbali? Io non credo”.

 

E aggiunge polemico: “Qualcuno si è mai chiesto perché accade tutto ciò? La risposta è semplicissima. Lo fa per ragioni di carriera: vuole avvicinarsi a casa, vuole raggiungere il coniuge. Tutto legittimo, beninteso. Ma lo scandalo – dice il presidente delle Camere penali –  sta nella odiosa prevalenza di questi interessi, legittimi ma corporativi,sul sacrosanto diritto dell’imputato (ma anche delle parti offese!) a vedersi giudicato dallo stesso giudice che ha raccolto la prova”.

I legali e l’istanza di “rinnovazione” del processo

Dovrebbe accadere almeno che il trasferimento venga eseguito solo quando il giudice abbia esaurito la trattazione dei processi che ha iniziato, prosegue Caiazza che ricorda una circolare (per lo più ignorata) dello stesso Csm. Ma non accade. Così è possibile che gli avvocati dei quattro imputati chiedano che si ripeta, se non tutto, buona parte del processo. Chiedendo quello che in gergo tecnico si chiama “rinnovazione” del processo.

Udienza decisiva per il destino del processo

Quando cambia un giudice, infatti, può essere fatta presentata un’istanza ad hoc per ricominciare dall’inizio. Ma la questione è controversa. Le vecchie regole, prima della riforma Cartabia, escludevano sostanzialmente una eventualità del genere. La legge Cartabia invece prevede questa possibilità se il processo non è stato videoregistrato. Come sempre nell’interregno tra il vecchio e il nuovo si entra nel campo dell’interpretazione con le disposizioni transitorie. L’udienza di oggi a Tempio Pausania diventa cruciale per fare luce sul destino del processo per Grillo junior.

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