Guccini: a Bologna a 30 all’ora non si può andare. Valdiserri: sì, per salvare i pedoni e i ciclisti

7 Lug 2023 18:33 - di Redazione
Guccini

«La città a 30 chilometri all’ora? Non ho la patente, ma ho fatto la prova con mia moglie Raffaella. Non si riesce: ci deve essere un piano diverso, bisogna privilegiare i mezzi pubblici». Lo afferma Francesco Guccini, 83 anni, a proposito del limite di 30 km orari imposto alle auto a Bologna per farla diventare città slow.

Il nuovo limite orario è scattato lo scorso 1 luglio. L’amministrazione pensa in realtà a  una transizione graduale, con la segnaletica che cambierà nei prossimi mesi. Sanzioni al via dal 1 gennaio 2024, con gli autovelox installati solo sulle strade a 50 km/h e i controlli della polizia municipale in quelle a 30 km/h.

“L’obiettivo del provvedimento – commenta il sindaco Matteo Lepore – è di arrivare a zero morti sulle strade. Sarà quello l’indicatore di risultato, non il numero delle multe”.

Ma solo dopo pochi giorni il fallimento delle nuove misure era già sotto gli occhi di tutti. Nessuno rispetta il limite, neanche i bus. Lo certificava un servizio del Corriere.

A Guccini ha risposto Luca Valdiserri, il padre di Francesco, il ragazzo diciottenne investito e ucciso mentre camminava sul marciapiede a Roma.  Valdiserri, giornalista, avverte: “Non solo si può andare a 30 km/h, come succede in tantissime città del mondo. Si deve andare a 30 all’ora. Lo dicono le statistiche: 95% di salvezza per pedoni o ciclisti se investiti a 30 km/h, 53% a 50 km/h e 20% a 60 km/h. Spetta a noi scegliere se questo è un prezzo da pagare al dio velocità oppure se vogliamo cambiare”.

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