I giornali di sinistra non si arrendono al successo della Meloni negli Usa: la rosicata del “day after”

28 Lug 2023 9:20 - di Gabriele Alberti
Meloni

Meloni in ginocchio da Biden? I rosiconi del Fatto quotidiano titolano i servizi sul viaggio di Meloni negli Usa in modo offensivo e inverosimile. Non hanno ascoltato le parole del presiente Usa nella conferenza stampa al termine dell’incontro? “Gli Stati Uniti attendono con ansia la leadership italiana del G7 nel 2024. Ansioso di portare avanti quell’ambiziosa agenda. Che aumenterà gli sforzi per accelerare la transizione verso l’energia pulita e per affrontare le sfide globali più urgenti: tra cui la crisi climatica, la povertà, l’insicurezza alimentare; la sicurezza economica, le forniture di minerali critici e la migrazione; impegnandosi ulteriormente nel dialogo e nella cooperazione su tutti questi temi con i Paesi in via di sviluppo, in particolare con i Paesi africani”.

Visita storica di Meloni: i rosiconi del “Fatto”: “In ginocchio da Biden”

In sintesi, la voglia di collaborare al Piano Mattei, lanciato da Meloni, da parte degli Usa c’è tutto. E me la chiamano una Meloni in ginocchio? Ma i rosiconi e i malevoli non sono solo al Fatto. Del peso delle parole dette dai due francamente se ne infischiano.  Repubblica e Stampa fanno a gara nel demolire lo storico viaggio del premier italiano con il presidente degli Stati Uniti. Frustrazione? Invidia? Fate voi. Ecco qualche stilla di veleno.

Meloni da Biden, “Repubblica”: “L’America sta sbagliando a legittimare l’estrema destra”

Addirittura Repubblica  “arruola” l’ex consigliere di Obama per dispensare consigli a Biden sul come a tenere a bada Meloni: «Biden ha fatto bene a invitare Meloni, perché le sfide geopolitiche impongono di collaborare. Ma deve parlare pubblicamente delle divergenze sull’agenda domestica, per chiarire che l’alleanza con gli Usa dipende anche dai valori comuni», dice nell’intervista Charles Kupchan. Che invita a diffidare della premier di destra. Non è chiaro? Per ribadire il concetto  il quotidiano di Molinari titola una pagina intera: “L’America sta sbagliando a legittimare l’estrema destra”. A vergarlo è David Broder, storico britannico esperto di comunismo italiano e francese. Scrive sulla rivista Jacobin. Su Repubblica viene tradotto un suo intervento che è tutto una summa dei livori anti-Meloni.  “La visita a Washington suggella il suo status (di Giorgia Meloni ndr) di membro apprezzato della comunità internazionale. Ma la storia di un’agitatrice populista diventata pragmatica trascura un aspetto importante: ciò che sta accadendo in Italia”. E infarcisce l’articolo di dettagli irricevibili, propri di una vulgata manipolata, che sostituisce le interpretazioni ai fatti. “Il governo Meloni ha dedicato i suoi primi mesi ad accusare le minoranze di minare la triade Dio, patria e famiglia; con conseguenze pratiche disastrose per i migranti, le Ong le coppie omogenitoriali. Altrettanto preoccupante è l’impegno nell’indebolire la legislazione contro la tortura;riempire la Rai di personaggi fedeli al governo e riscrivere la Costituzione per aumentare il potere esecutivo. Il governo Meloni non è solo nativista, ma ha anche una robusta venatura autoritaria”.

Visita a Washington, l’Annunziata sulla “Stampa”: “Meloni Giano Bifronte”

Reggetevi forte, La Stampa affida a Lucia Annunziata un’articolessa dal titolo “Meloni Giano bifronte”. Sottotitolo: “L’equilibrismo internazionale della premiere double-face”. La giornalista che se ne è appena andata dalla Rai sbattendo la porta cita alcune frasi molto importanti del premier per sminuirle: «Molte cose stanno cambiando attorno a noi- ha detto Meloni a Biden. Ma c’è qualcosa che altri non avevano previsto: che il mondo Occidentale è unito. E vuole difendere un mondo basato sulle regole. Perché in un mondo senza legge internazionale vivremmo nel caos e chiunque ha un potere militare può pensare di invadere il proprio vicino. Non è il mondo in cui vogliamo vivere. Vogliamo vivere in un mondo basato sul rispetto e la libertà». In modo bizzarro ad Annunziata non piacciono queste parole: “Una frase doubleface”, scrive l’editorialsita. ALa perfetta espressione del luogo sulla mappa delle relazioni internazionali in cui si trova in questo momento la premier e l’Italia con lei. Un luogo spendibile a destra come a sinistra: dipende da cosa volete sentire e vedere. Un ipotetico luogo costruito a misura di e su un politico che è un Giano Bifronte: con una collocazione nelle questioni internazionali, e un’altra nella politica nazionale”. Annunziata come altri commentatori – che definiamo i rosiconi- commenta che Meloni non conta per il suo “peso” specifico ma per la sua capacità di essere leale. A quando un po’ di equilibrio?

 

 

 

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