Il Pd fa i capricci al Senato: quando c’è Delmastro noi usciamo dall’aula. Lui non ci pensa proprio

11 Lug 2023 19:39 - di Redazione

Lo definisce stalkeraggio politico il senatore di FdI Alberto Balboni. E parla della scelta del Pd di uscire dall’aula e dalle commissioni quando il sottosegretario Andrea Delmastro prende la parola. Oggi quelli del Pd hanno abbandonato dei lavori della commissione Giustizia a causa della presenza di Delmastro in rappresentanza del governo. Così, osserva Balboni, si mettono “le istituzioni e le regole parlamentari al servizio della propaganda politica”. E lo stesso Delmastro replica: “Continuerò serenamente a svolgere il mio mandato, come tutto il governo, a cui siamo stati legittimati dal consenso popolare. È il consenso del corpo elettorale e non il compiacimento della sinistra che legittima i ruoli che ricopriamo. È una banalità, ma non per la sinistra che ha una strana concezione della democrazia: puoi governare solo se compiacente alla sinistra. Non sarò mai compiacente e continuerò a ritenere che l’unica legittimazione al governo della Nazione provenga dal popolo italiano”.

“Anche per Delmastro vale la presunzione di innocenza di cui all’art. 27 della Costituzione ed è quindi tutto da dimostrare che egli abbia violato qualsivoglia e del tutto presunto segreto d’ufficio”, puntualizza affermando poi che “non spetta al Pd ergersi ad accusatore e giudice insieme”. “Il fatto è che il Pd non perdona a Delmastro di aver dimostrato che mentre la sinistra credeva di strumentalizzare il caso Cospito contro il governo Meloni, in realtà era Cospito e attraverso di lui i detenuti al 41 bis per mafia a strumentalizzare il Pd”, conclude Balboni.

Puntualizza anche Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato. Il suo partito, afferma Boccia, pretende le scuse. “Se il sottosegretario Delmastro si limita ad esprimere il parere conforme e fino a quando non affronterà il nodo che lo riguarda, e cioè se non chiederà scusa al Partito Democratico, noi lasceremo l’Aula e le Commissioni”.

Si tratta – afferma Gianni Berrino, senatore e capogruppo FdI in commissione Giustizia di Palazzo Madama – “di un comportamento pretestuoso che non giova al dibattito politico che può assumere anche toni drastici ma non può mai mancare in una democrazia compiuta come la nostra. Non ci stupiamo più di tanto di quello che è successo ma stigmatizziamo con forza l’atteggiamento dei senatori del Pd perché col loro esempio fanno un torto ai principi democratici di cui pure si fanno paladini”.

 

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