Il voto in Europa, Campi: ecco qual è lo scenario più plausibile per i conservatori
In una intervista a Libero il politologo Alessandro Campi suggerisce di non dare eccessiva importanza agli screzi tra Forza Italia e la Lega di Salvini sulle future alleanze in Europa.
«Alle europee – sottolinea Campi – ognuno corre per sé. Le alleanze si fanno eventualmente dopo. Quella italiana inventata da Silvio Berlusconi non so quanto sia esportabile in Europa, dove i partiti popolari e le destre conservatrici hanno nei confronti dell’estrema destra populista un atteggiamento di assoluta chiusura. La Lega è un partito che nasce federalista e regionalista, che a lungo con Umberto Bossi si è definito antifascista. Ha quindi un dna diverso da forze come i lepenisti e soprattutto i tedeschi di Afd».
Per quanto riguarda il voto europeo, ancora, lo scenario più plausibile «è quello di un allargamento ai conservatori- ma non ai populisti – della maggioranza che attualmente governa l’Europa. Questo certamente influirà sull’agenda politica europea, penso ad esempio alle politiche per l’ambiente oggi improntate a un vero e proprio radicalismo ideologico. Lo stesso si può dire per l’immigrazione».
Quanto alla ghettizzazione ostinata del partito della Le Pen, Campi la spiega così: «In Francia c’è sempre stata una destra- quella repubblicana e gollista – che per il fatto di aver lottato contro il nazismo e contribuito alla liberazione del Paese non ha mai voluto avere nulla a che fare con gli eredi o nostalgici di Vichy e del collaborazionismo. Questo spiega la barriera sempre eretta dalla destra contro l’estrema destra, che nel caso francese non è passata attraverso un processo di revisione ideologica come quello realizzato dal Movimento Sociale all’epoca di Fiuggi».