Inno a Roma, Beatrice Venezi processata per il bis a Lucca. “Quale fascismo, è di Puccini e continuerò a eseguirlo”

12 Lug 2023 10:11 - di Elsa Corsini

Non ha nessuna intenzione di inchinarsi davanti a dei “miserabili”, come li ha definiti. Beatrice Venezi, la talentuosa direttore d’orchestra di fama internazionale, finita nel mirino dei talebani di sinistra con l’accusa di neofascismo, ieri ha diretto senza lasciarsi intimorire il concerto gratuito nella sua Lucca. In occasione dell’apertura delle celebrazioni per il centenario della morte di Puccini.

Anche a Lucca vorrebbero censurare Venezi

Orrore degli orrori, ha fatto eseguire (come annunciato) il bis dell’Inno a Roma. Ma quelle strofe “Sole che sorgi libero e giocondo” non vanno giù al manipolo di democratici censori ossessionati dal Ventennio e perfino dalla presidente del Centro studi Giacomo Puccini.  Troppo fascista, dicono gli ignoranti. E pazienza se l’Inno a Roma del grande compositore arcitaliano è del 1918, scritto  per celebrare la vittoria italiana nella Prima guerra mondiale.

Al concerto per Puccini il bis dell’Inno a Roma

Così anche la direzione del concerto di ieri (oltre quatromila persona)  sul palco del Summer Festival di Lucca è diventato un nuovo casus belli. La scelta dei bis previsti era stata annunciata dal direttore d’orchestra al Comitato per il centenario (dove siedono sindaci della zona, esperti di lirica e teatro): la romanza della Turandot “Nessun dorma” e “l’Inno a Roma”.

Giani minaccia di disertare il concerto

Non va bene, potrebbe accendere gli animi ed evocare cupi scenari dittatoriali. Il primo a scagliarsi contro la “pericolosa” scelta dei brani è stato il governatore della Toscana, Eugenio Giani , di provata fede dem. Alcuni sindaci  disertano l’appuntamento. Ma quel che è peggio è che l’attacco più duro contro Venezi è venuto da Gabriella Biagi Ravenni, presidente del Centro studi Giacomo Puccini. Anche per lei sarebbe un chiaro inno fascista. Non sa che il  brano fu scritto da Fausto Salvatori, e musicato da Puccini, nel 1918? Prima insomma dell’avvento del fascismo. Non sa che si ispirò al “Carmen saeculare” di Orazio? Anni fa lo cantò anche Andrea Bocelli ma se è “l’amica della Meloni” a eseguirlo parte l’Inquisizione.

Beatrice Venezi: ma quale fascismo, l’ho sempre eseguito

Il direttore d’orchestra va avanti per la sua strada. “L’ho sempre eseguito e continuerò a farlo. Stiamo facendo una guerra all’intenzione di Puccini. Allora i tedeschi cosa dovrebbero fare con la musica di Wagner? Mi sembra che loro abbiano fatto pace con la loro memoria storica”, dice Venezi. Si tratta  come un mero esercizio ideologico vetusto. “Ed è scandaloso – aggiunge – che la questione sia stata sollevata da due persone che fanno parte del Centro Studi Puccini, parlo di Michele Girardi e Gabriella Biagi Ravenni. Questo la dice lunga sullo stato di salute della nostra cultura”.

La sinistra italiana si accoda alla crociata di Nizza

L’Italia democratica e pluralista cresciuta a pane e antifascismo, insomma,  si accoda ai censori d’Oltralpe. Il direttore d’orchestra, già messo alla gogna in passato per la scelta “sessista” di farsi chiamare direttore e non direttrice,  è finita giorni fa nel mirino di una decina di associazioni antifasciste di Nizza. Che hanno chiesto l’annullamento dell’invito del Comune francese per dirigere l’Orchestra filarmonica locale durante il tradizionale balletto di Natale e il Concerto di Capodanno.

L’Opera di Nizza: la musica supera gli schieramenti

L’accusa? Neofascismo, ça va sans dire, e la vicinanza con il premier Giorgia Meloni. Tanto rumore ma pochi risultati. L’Opera di Nizza ha fatto notare che “la musica ha il potere di superare gli schieramenti . E di riunire gli individui attorno a un’esperienza comune”. E che si deve “separare l’arte dalla politica”.

 

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