Jorit, il graffitaro finanziato dalla Regione Campania, diventa testimonial filorusso nel Donbass

14 Lug 2023 10:57 - di Davide Ventola
Jorit, murale Mariupol

Ciro Cerullo, il graffitaro napoletano meglio noto come Jorit, è diventato ufficialmente il nuovo testimonial di Mosca e dell’invasione dell’Ucraina. Con un post su Instagram, Cerullo ha sentenziato che nel Donbass “non c’è nessuno da liberare”. Tre giorni fa, Jorit, che è nel Donbass per realizzare uno dei suoi noti murales, aveva scritto: «È tutto l’esatto opposto di quello che ci raccontano in tv. La resistenza che avremmo dovuto appoggiare è quella del popolo del Donbass che lotta da 8 anni per liberarsi da un regime; quello di Kiev che di democratico oramai non aveva più niente. Questo è soltanto uno sporco gioco fatto per interessi economici».

Jorit si è fatto conoscere in tutto il mondo grazie alle sue opere, che raffigurano personaggi come Diego Armando Maradona, Antonio Gramsci, Pier Paolo Pasolini, Pablo Neruda e non solo.

Jorit, finanziato dalla giunta napoletana e da De Luca

Come ricorda Il Giornale, Jorit è da sempre coccolato da associazioni e amministrazioni di sinistra: primo tra i suoi ammiratori era l’ex sindaco Luigi de Magistris che gli ha commissionato più di un’opera (il costo dei suoi graffiti è valutato intorno ai 25mila euro). Non è stata da meno la Regione Campania di Vincenzo De Luca che attraverso un bando regionale lo ha finanziato con la non modica cifra di 300mila euro. Ora, invece, a ospitarlo e sovvenzionarlo sono gli occupanti russi dell’Ucraina orientale. E lui li ha ripagati a modo suo: un murale a Mariupol, città ucraina del Donbass duramente colpita dal conflitto in corso da oltre un anno e ora sotto il controllo russo. Il murale ritrae una bambina con sul volto i segni tribali rossi che identificano tutte le opere dell’autore. «Cosa fare con questi otto milioni di Russi che sono rimasti in territorio ucraino?», scrive l’artista nel copy che accompagna l’immagine su Instagram.

Il ringraziamento pubblico di Putin

Lui, ovviamente, dice di non essere filo russo. Cerullo vanta addirittura una citazione di Vladimir Putin che elogiò il graffitaro napoletano per il murale dedicato a Dostoevskij e realizzato sulla facciata di una scuola di Fuorigrotta, a Napoli. Un intervento, quello di Putin, che arrivò all’indomani della decisione, poi ritrattata, dell’università Bicocca di Milano che aveva deciso di sospendere le lezioni dedicate a Fëdor Dostoevskij, curate dallo studioso di letteratura russa e scrittore Paolo Nori. Da parte sua, Cerullo replica alle accuse con una dichiarazione molto fumosa: «Io sono un artista libero e ho il dovere di far vedere l’altro lato della medaglia e creare dibattito». E Putin ringrazia.

 

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