La Nato stoppa Kiev: non ci sono ancora le condizioni a guerra in corso. Zelensky protesta: così si rafforza Mosca
La Nato stoppa Kiev sull’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica e non fornisce una data precisa, come, invece, pretendeva Zelensky, lasciandolo a bagnomaria: a guerra in corso non è il momento per farne un membro della Nato a pieno titolo, sintetizza il segretario dell’Alleanza, Stoltenberg, l’invito nella Nato quando gli alleati concordano e ci sono le condizioni.
Sono tre e ben distinte le posizioni sull’ingresso dell’Ucraina nella Nato, questione nodale al centro del dibattito oggi e domani al vertice di Vilnius dove Giorgia Meloni ha incontrato, in bilaterale, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – ovvero il fondamentale fianco est dell’Alleanza Atlantica – e incontrerà, poi, il primo ministro inglese Rishi Sunak
C’è quella degli Usa e delle Nazioni europee con sfumature da cauta a molto cauta: sì all’ingresso di Kiev nell’Alleanza Atlantica ma non nell’immediato e, comunque, non a guerra in corso, per evitare che l’Occidente venga trascinato direttamente e in prima persona nel conflitto determinando uno scenario da terza guerra mondiale.
Il problema non è solo questo ma anche il fatto che l’Ucraina non è ancora compliance con i requisiti richiesti, probabilmente si parla di diritti umani e di corruzione.
C’è, poi, una seconda posizione, quella ucraina, esasperata da quelli che ritiene essere inaccettabili tatticismi a favore della Russia o che, comunque, finiscano per dare un vantaggio a Mosca il giorno in cui ci si dovesse sedere ad un eventuale tavolo delle trattative: Zelensky e i suoi fedelissimi sono furibondi e non mancano di richiamare le Nazioni europee e Washington ad un impegno concreto e immediato per spalancare le porte della Nato all’Ucraina senza se e senza ma.
Zelensky, che è arrivato poco fa a Vilnius per il vertice della Nato a cui è stato invitato come ospite d’onore – “oggi a cena e domani al Consiglio Nato-Ucraina”, ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, il suo più fedele sponsor – si è fatto anticipare dalle sue proteste sostenendo che la mancanza di date certe sulla futura adesione di Kiev all’Alleanza Atlantica significa che si vuole “lasciare una finestra di opportunità per contrattare l’adesione dell’Ucraina alla Nato in negoziati con la Russia”.
Il suo consigliere Mykhailo Podolyak ha rincarato la dose facendo un elenco della spesa che si aspetta dai Paesi della Nato che “deve smetterla di aver paura delle responsabilità.
L’Alleanza Atlantica potrà “determinare in modo indipendente la sua strategia di sviluppo, senza tener conto delle minacce e i divieti della Federazione Russa – elenca il consigliere presidenziale ucraino. – Correggere i fatali errori del summit di Bucarest del 2008, quando le porte aperte non si rivelarono così tanto aperte. Correggere la comprensione di cos’è una guerra moderna e cosa dovrebbe essere un complesso militar industriale collettivo. Fissare chiaramente il futuro obbligatorio dell’Ucraina nell’unica alleanza militare capace. Ma per farlo, l’insieme della Nato deve smetterla di avere paura delle responsabilità…”.
In tutto questo c’è la terza posizione, quella della Russia che sta avvertendo i Paesi europei e gli Usa, che non intende stare a guardare passivamente l’allargamento della Nato, con l’ingresso di Svezia e Finlandia ora e, poi, con quello dell’Ucraina e che, anzi, c’è da attendersi una risposta a misura.
La Nato è “coinvolta” nel conflitto in Ucraina perché fornisce a Kiev “armi, mercenari, denaro e dati di intelligence”, afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, in un’intervista ad Al Jazeera.
“Pensate davvero che la Nato non sia in guerra con la Russia? L’Alleanza fornisce al regime di Kiev armi, mercenari, denaro, consiglieri militari e dati di intelligence. Naturalmente, la Nato è coinvolta in queste ostilità”, ha precisato Zakharova, citata dall’agenzia Tass.
Non meno duro è il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov.
La Russia, avverte Lavrov, adotterà “misure adeguate” per garantire la propria sicurezza di fronte all’allargamento della Nato.
“Trarremo conclusioni a seconda di quanto velocemente e profondamente si svilupperà la Nato nel territorio di Finlandia e Svezia”, ha detto Lavrov, ritenendo che Helsinki e Stoccolma stiano negoziando il dispiegamento di “infrastrutture” dell’Alleanza vicino al confine con la Russia.
“Vi assicuro che saranno garantiti tutti gli interessi legittimi nel campo della sicurezza della Federazione Russa. Verranno prese misure adeguate, sappiamo quali sono e come metterle in pratica”, ha avvertito il ministro degli Esteri dopo aver incontrato il suo omologo dell’Oman, Badr Albusaidi.