L’Europa ci rompe le scatole anche sugli imballaggi: la Camera boccia il regolamento Ue

3 Lug 2023 17:53 - di Mauro Rotelli
imballaggi

Con l’approvazione di un documento di maggioranza, le commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati, hanno espresso la posizione contraria italiana alla proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio.

Sebbene gli obiettivi generali della proposta siano in larga misura condivisibili, sono gli strumenti, modalità e tempistiche a non sembrare fondati su una adeguata analisi costi-benefici degli effetti sul piano economico, sociale ed ambientale. Norme che ignorano esperienze e specificità dei singoli Stati membri.

L’intervento normativo prospettato, infatti, che  è incentrato sul riutilizzo degli imballaggi a scapito del loro riciclo, è motivato dalla Commissione europea con l’esigenza di assicurare una gestione efficiente degli imballaggi e dei rifiuti negli Stati membri che rischiano di non raggiungere l’obiettivo generale di riciclaggio fissato per il 2025.

Non si chiariscono però le ragioni per cui gli Stati membri che già registrano elevati tassi di riciclo, come ad esempio l’Italia, dovrebbero cambiare i metodi utilizzati fino ad oggi con successo o non potrebbero conseguire gli obiettivi della proposta mantenendo il sistema attuale o scegliendo altre modalità in maniera autonoma.

Questa normativa avrebbe un impatto negativo e paradossale sull’Italia, che ha sviluppato un sistema di trattamento dei rifiuti da imballaggio in grado di conseguire, con molti anni di anticipo, gli obiettivi europei di riciclo fissati per il 2025 e per il 2030 e che opera su tutti i materiali di imballaggio, compresi i rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile raccolti assieme all’umido domestico. Senza contare le migliaia di aziende italiane attualmente attive nel settore degli imballaggi che risulterebbero fortemente penalizzate, con pesanti economiche e occupazionali.

Nello specifico, la Commissione europea non è in grado di stimare le conseguenze del nuovo approccio sulla progettazione e produzione degli imballaggi, sul consumo di materie prime, sull’impiego di risorse, sulle filiere nazionali degli imballaggi e della gestione dei rifiuti già esistenti.

La proposta della Commissione, da un lato, vincola al riuso degli imballaggi sottraendoli al riciclo, mentre dall’altro, prevede una percentuale obbligatoria di materiale plastico riciclato nella produzione di nuovi imballaggi senza dimostrare se l’effettiva disponibilità di materiali ottenuti dal riciclo sarà sufficiente ad assolvere a tale obbligo.

Ecco perché il regolamento Ue sugli imballaggi è un problema per l’Italia

Si vieta l’utilizzo di imballaggi monouso, per passare al riutilizzo, senza quantificare la maggiore produzione di emissioni di CO2, il maggiore impiego di materie prime per realizzare imballaggi più pesanti e robusti, il maggiore consumo di acqua potabile, energia e prodotti chimici. Con il voto espresso, i gruppi di maggioranza hanno ritenuto che convertire il nostro sistema di gestione degli imballaggi, basato sul riciclo e sulla qualità della raccolta differenziata, verso forme incentrate sul riuso non fosse conforme al nostro interesse nazionale nella misura in cui ‘l’eccellenza italiana’ nella gestione degli imballaggi ha già dato prova di raggiungere i target europei.

L’Unione europea ha il dovere di costruire le regole considerando le caratteristiche specifiche di ogni Stato Membro, nel rispetto del principio di” sussidiarietà”. Il governo ha ricevuto quindi pieno mandato di lavorare ad un complessivo ripensamento di forme, di metodo e di tempistiche di intervento nel settore degli imballaggi, così come già finora dimostrato nelle opportune sedi comunitarie.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *