Libera dopo 50 anni di carcere Leslie Van Houten , “l’angelo della morte” di Charles Manson

8 Lug 2023 14:32 - di Paolo Cortese

Leslie non c’era a Cielo Drive in quell’agosto del 69, un mese dopo lo sbarco sulla luna, in cui Charles Satana Manson e altre tre reclute sventrarono Sharon Tate. C’era, però,  al duplice omicidio Labianca il giorno dopo. Era una fedele adepta di Manson e della famiglia. E sarebbe già morta da cinquant’anni se la Corte suprema della California, proprio il 1972, non avesse abolito la pena di morte. Potrà uscire dopo mezzo secolo di prigione, Leslie Van Houten. Il governatore ha deciso di non opporsi a una sua scarcerazione. Esce viva dal penitenziario una delle componenti della family, accecata da Lsd e prediche del patriarca criminale, ormai da sei anni andato all’inferno .

Charles “Satana” e l’Helter Skelter

In un Paese come Gli Stati Uniti in cui i serial killer sono abbastanza frequenti Charles Manson ha una storia criminale che non è nemmeno tra le più cruenti se paragonata al mostro del Milwaukee. Ma quell’estate del 69 cambiò la narrazione dell’America felice e spensierata, che aveva appunto conquistato la luna e sembrava non avere limiti. Sharon Tate, bellissima, incinta, moglie di Roan Polanski, aveva recitato in un capolavoro dell’horror diretto dal marito, “Rosemar’s baby”. L’Helter Skelter era il folle piano di Manson di scatenare una sorta di guerra tra bianchi e neri. L’omicidio dei Labianca, il giorno dopo, a cui Leslie partecipò attivamente, chiuse il binomio ideato dal modesto cantante e vagabondo. Leslie sarà arrestata una settimana dopo.

Un’altra donna

Leslie aveva collaborato con la polizia già nei primi giorni successivi al suo arresto. Il resto della sua vita , trascorso in carcere, è stato un continuo pentimento rispetto all’orrore di quella notte. Negli anni i suoi avvocati hanno presentato ben 13 istanze di scarcerazione, tutte respinte dalla commissione incaricata di riesaminare ogni volta il caso.

Quel narcisista simbolo del male

Con un QI sopra la media sin da piccolo Charles Manson comprese che per poter sopravvivere nella giungla della vita,  in strada non era in grado si avvalersi della propria forza fisica, bensì della sua intelligenza. Comprese presto e ne ebbe la prova già nei vari istituti che lo ospitarono, plagiando i più deboli rendendoli veri e propri schiavi. Il suo senso di grandezza, il fatto che veniva identificato come la reincarnazione del Messia porta a definire Charles Manson come un soggetto affetto da Disturbo Narcisistico della Personalità. Quella sciagurata svastica disegnata in fronte confermava la banalità del suo male. Dal 2017 il suo fantasma non esiste più.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *