L’Italia protagonista del vertice Fao sui sistemi alimentari: lunedì Meloni apre i lavori con Guterres
Non solo il vertice di domani a Roma sulle migrazioni, che di fatto segna l’avvio del “Piano Mattei” per l’Africa voluto da Giorgia Meloni. Da lunedì a mercoledì, infatti, l’Italia ospiterà anche il vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, che si terrà alla Fao, a Roma, e sarà aperto dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, e dalla stessa Meloni. Si tratta di due eventi che, benché distinti, sono legati dalla sovrapposizione dei parte dei temi: la questione alimentare, infatti, impatta sul fenomeno delle migrazioni e nella strategia per l’Africa, di cui l’Italia è capofila.
Al vertice Fao duemila delegati e una ventina di Capi di Stato e di governo
Il vertice Fao viene descritto come “un’opportunità per definire gli interventi necessari per far fronte ad alcune delle sfide per la trasformazione dei rispettivi sistemi agroalimentari, tra cui gli effetti dei conflitti e dei cambiamenti climatici, nonché l’accesso ai finanziamenti e ad altre risorse”. Conflitti e cambiamenti climatici che tanta parte hanno anche dei flussi migratori. Al summit, convocato dal segretariato delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e ospitato dall’Italia, in collaborazione con le agenzie dell’Onu con sede a Roma (Fao, Ifad, Wfp), prenderanno parte circa duemila delegati da oltre 160 Paesi, tra cui una ventina di capi di Stato e di governo, che parteciperanno al “Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari +2 – Un bilancio” (Unfss+2).
Meloni apre i lavori con Guterres
Ad aprirlo saranno Guterres e Meloni, lunedì alle 14.30, nella sessione inaugurale cui parteciperanno anche il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, il presidente dell’Ifad Alvaro Lario e la direttrice esecutiva del Wfp, Cindy McCain, oltre ai premier di Etiopia, Bangladesh, Samoa e Nepal. In queste tre giornate di incontri ad alto livello l’obiettivo è di creare uno spazio in cui i Paesi partecipanti possano rivedere i progressi compiuti a livello di impegni ad agire, assunti durante il primo vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari nel 2021, individuando i successi e gli impedimenti ancora presenti, e stabilendo le priorità.
Il “compito storico” che si delinea al summit
“Il vertice sarà un’occasione importante per rafforzare l’impegno a livello politico e per riconfermare i percorsi d’azione intrapresi a livello globale, nazionale e subnazionale. Davanti a noi, si profila chiaramente un compito storico: definire un approccio olistico, coordinato e basato sulla scienza, per rendere i nostri sistemi agroalimentari più efficienti, più inclusivi, più resilienti e più sostenibili, per una migliore produzione, una migliore nutrizione, un ambiente migliore e una vita migliore, senza lasciare indietro nessuno”, ha dichiarato il direttore Generale della Fao, Qu Dongyu (con Meloni in foto).
Il legame tra sistemi agroalimentari e sfide geopolitiche
Per i Paesi partecipanti, l’evento sarà, inoltre, un’opportunità per definire gli interventi che sarà necessario attuare per far fronte ad alcune delle sfide per la trasformazione dei rispettivi sistemi agroalimentari, tra cui gli effetti dei conflitti e dei cambiamenti climatici, nonché l’accesso ai finanziamenti e ad altre risorse. Il vertice si tiene in un momento in cui, nel mondo, fino a 783 milioni di persone soffrono la fame, ossia 122 milioni in più rispetto al 2019, a causa della pandemia e dei ripetuti conflitti e shock climatici, come riportato dal recente rapporto dal titolo “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo”. Senza contare l’allarme per lo stop all’accordo sull’export del grano ucraino, che rischia di provocare nuove impennate dei prezzi dei cereali, con le conseguenze peggiori sui Paesi in via di sviluppo, come già avvenuto all’inizio della guerra.