Meloni a Washington, gli analisti: “Un successo che conferma la sua leadership internazionale”

28 Lug 2023 10:26 - di Sveva Ferri
meloni washington

Giorgia Meloni non solo ha fugato tutti i dubbi e le “preoccupazioni” esistenti negli Usa al momento della formazione del suo governo, ma si è anche affermata come “partner affidabile e interlocutore autorevole”. Un ruolo da protagonista sulla scena globale riconosciuto nei commenti degli analisti chiamati a commentare l’incontro con Biden. “A Washington c’era un po’ preoccupazione quando si formò il governo Meloni”, ha ricordato Kurt Volker, ex ambasciatore americano alla Nato e già inviato per l’Ucraina dell’amministrazione Usa, sottolineando che invece “molti sono rimasti sorpresi e colpiti da quello che sono diventate le sue politiche”.

Volker: “A Washington c’era preoccupazione per il governo Meloni, lei ha sorpreso molti”

Intervistato dal Corriere della Sera, Volker ha spiegato che inizialmente “c’era il timore che sarebbe stato un governo di estrema destra, che il suo partito arrivasse da una tradizione postfascista, che potesse simpatizzare con Putin, che avrebbe distanziato l’Italia dalla politica occidentale sulla Cina, sull’Ucraina e così via”. Echeggia in queste parole la narrazione che certi ambienti e media facevano – e ancora fanno – di Meloni e delle sua politiche. Un racconto denigratorio e incurante dei potenziali effetti sull’Italia che il premier ha saputo smentire con la forza dei fatti. “È successo il contrario: Meloni – ha sottolineato Volker – ha rafforzato la Nato e il ruolo dell’Italia nella Nato, è stata costruttiva nel lavorare con altri partner del G7, l’Italia ha politiche molto forti in appoggio all’Ucraina, ha dato pieno appoggio alle sanzioni contro la Russia, ha gli occhi aperti sulla Cina, non corre nelle braccia dei cinesi a spese degli Stati Uniti”. “Tutto questo è stato ricevuto molto positivamente a Washington, dove molti sono rimasti sorpresi e colpiti da quello che sono diventate le sue politiche. Ed è per questo che ha ricevuto questo invito. C’è la sensazione – ha aggiunto l’ex ambasciatore alla Nato –  nell’amministrazione Biden che Meloni è qualcuna con cui si può lavorare”.

Bremmer: “Ha un approccio pragmatico che supera le differenze ideologiche”

“Ci sono ovvie differenze ideologiche, ma il loro rapporto è costruttivo e pragmatico”, ha spiegato poi al Messaggero Ian Bremmer, analista di politica internazionale, fondatore della società di consulenza sul rischio politico Eurasia Group e docente di Geopolitica Applicata alla Columbia University. Per Bremmer l’incontro tra Meloni e Biden è stato un successo che va al di là del momento e consolida strategicamente i rapporti tra Italia e Usa. Anche Bremmer ha sottolineato che “è vero che Biden ha espresso dei dubbi dopo la nomina di Meloni”, ma la premier ha saputo ribaltare i pronostici. “Noto come la maggior parte dei leader europei, inclusa la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, abbiano sviluppato con lei un rapporto costruttivo, grazie al suo approccio pragmatico nel campo della politica economica”. “Non si può non notare che nessuno intorno a lei stia parlando di Italexit. E che in un momento di sfide fiscali Meloni sia stata chiara e costruttiva. Tutto ciò è sicuramente stato registrato anche dalla Casa Bianca”, ha sottolineato Bremmer, che a una domanda sulla possibilità che Meloni faccia passi falsi ha risposto: “Mah… potrebbero anche esserci errori o passi falsi di Biden, no? Francamente – ha aggiunto – comunque sarei sorpreso se avvenisse”.

Castellaneta: “Meloni riconosciuta come partner affidabile e interlocutore autorevole”

Anche l’ex ambasciatore italiano negli Usa, Giovanni Castellaneta, intervistato dal Giornale ha sottolineato come l’incontro tra Meloni e Biden a Washington vada oltre i rapporti bilaterali e investa il tema della leadership internazionale del premier italiano. “Per Meloni si tratta di un riconoscimento importante in quanto partner affidabile e interlocutore autorevole”, ha detto Castellaneta, sottolineando che il vertice arriva “in un momento in cui a livello europeo c’è una carenza di leadership, considerando la debolezza interna di Macron in Francia e Scholz in Germania, le difficoltà dell’UK dopo la Brexit e senza contare la Spagna dove l’esito delle elezioni potrebbe tradursi in una situazione di prolungato stallo”. “In questo contesto – ha aggiunto il diplomatico – l’Italia può porsi come punto di riferimento per gli Usa in Europa, sfruttando anche il fatto che l’anno prossimo il nostro Paese ricoprirà la presidenza di turno del G7”.

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