Meloni e Nordio, sulla Giustizia non si cambia passo: «Il concorso esterno non è nel programma di governo»
Il governo e la sua maggioranza non andranno in fibrillazione sul reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Lo hanno ribadito più o meno esplicitamente il presidente del Consiglio Giorgia Meloni da Pompei e il Guardasigilli Carlo Nordio in una nota ufficiale. Non a caso il ministro della Giustizia liquida gli articoli apparsi in questi giorni come «ricostruzioni fantasiose e talvolta maligne su nostri ipotetici dissidi».
Nordio ribadisce: “Perfetta sintonia con la Meloni”
«Con la premier siamo e siamo sempre stati in perfetta sintonia. Il problema del concorso esterno è stato da me trattato nei miei scritti di questi ultimi venti anni, è essenzialmente tecnico, e mira semmai a rafforzare la lotta contro la criminalità organizzata. Ma la sua revisione non fa parte del programma di governo, ed infatti non è stata da me nemmeno prospettata nel discorso alle Camere all’inizio del mio mandato. Le ricostruzioni fantasiose e talvolta maligne su nostri ipotetici dissidi sono vani tentativi di minare la nostra risolutezza nel portare a compimento le riforme sulla giustizia, secondo il mandato ricevuti dagli elettori, e sulle quali non vacilleremo e non esiteremo». Lo dichiara in una nota il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
La nota di Nordio arriva subito dopo la risposta ai giornalisti da parte del premier Meloni, a margine dell’inaugurazione del Frecciarossa 1000 diretto Roma-Pompei. Sul concorso esterno in associazione mafiosa, ha premesso Meloni, «io comprendo sia le valutazioni che fa il ministro Nordio, che sono sempre molto precise, che le critiche che possono arrivare. Mi concentrerei attualmente su altre priorità».
Ciriani: “La riforma della Giustizia non è contro i giudici, anche Nordio è un magistrato”
E le priorità sono appunto la riforma della Giustizia, come ha ricordato il ministro per i Rapporti col parlamento Luca Ciriani. «Non abbiamo interesse ad alimentare uno scontro. La riforma non è contro i magistrati. Anche il ministro Nordio, che la sta attuando, è un magistrato. C’è un programma di governo votato dai cittadini e dalle Camere e siamo tenuti a rispettarlo». Queste le parole, al Corriere della Sera, dell’esponente di FdI. «Massimo rispetto per il Quirinale. L’abuso di ufficio però così com’è non è efficace. Lo dimostrano i fatti e le statistiche e la richiesta viene dai sindaci, anche quelli del Pd. È una spada di Damocle intollerabile e noi vogliamo tutelare gli amministratori perbene».
Ciriani poi che sul possibile rischio che Mattarella non promulghi la legge sottolinea: «Credo che non ci saranno problemi. Nel percorso parlamentare, che è ancora lungo, agiremo in modo che la norma sia coerente con la Costituzione. Ci potranno essere miglioramenti e integrazioni, ma l’impianto è quello. L’abuso d’ufficio come lo conosciamo va superato».