Meloni vola a Cartagine, l’intesa Ue-Tunisi a un passo dalla firma e dalla svolta sulle politiche migratorie
Per Giorgia Meloni, che nel pomeriggio sarà a Cartagine con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il premier olandese dimissionario Mark Rutte. Oggi è il giorno della stretta finale sull’accordo formulato e discusso in due precedenti incontri con il presidente Kais Saied. L’obiettivo di oggi è chiudere l’intesa sul dossier in cui, come ha evidenziato il commissario europeo per la Promozione dello stile di vita europeo, Margaritis Schinas, l’Italia ha avuto «un ruolo centrale». Dopo un mese articolato in tre incontri – compreso quello di oggi – e trattative serrate fra Ue, Tunisia e Fmi, oggi si punta alla ratifica di un accordo che non parlerà solo di migranti, ma che avvia anche una forte cooperazione energetica e di scambi culturali.
Il premier Meloni oggi a Cartagine con Ursula von der Leyen e Mark Rutte
Con il baricentro puntato sull’obiettivo emerso nell’ultimo Consiglio europeo: fare del «modello Tunisia» un memorandum sulle politiche migratorie da esportare su tutto il fronte africano, oggi delegazione e presidente tunisino dovrebbero affiancare le loro firme e sancire il punto fermo di ripartenza. Sul tavolo, dunque, il Memorandum con l’Europa in 5 punti, che sbloccherà da subito i primi aiuti finanziari per evitare il default della Tunisia. Il governo di Tunisi riceverà fondi per «il controllo delle frontiere, la ricerca e il salvataggio dei migranti». E liquidità da iniettare immediatamente nel bilancio pubblico. Da parte sua il governo del Paese nordafricano ratificherà l’impegno in una stringente operazione di argine del flusso di migranti in arrivo sulle nostre coste.
Il team Europa punta a chiudere l’accordo col presidente tunisino Saied
Intesa al traguardo, dunque, dopo il delicato gioco di equilibri fra il presidente tunisino, i vertici di Bruxelles e gli uffici del Fmi. Un punto d’arrivo complesso e strategico a cui l’Italia ha lavorato alacremente, soprattutto per ristabilire un presidio netto contro il boom delle partenze illegali da questa “rotta”. E strutturata in virtù di una cooperazione importante con una nazione del Nordafrica alle prese con una crisi sociale e politica che rischia di trasformarsi in una polveriera. Un nodo nevralgico in cui instabilità e esodi massivi potrebbero ripercuotersi sull’Europa. Un punto su cui ieri si è soffermato anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, illustrando sinergie e finalità di un accordo che rappresenta «un impegno finanziario utile alla Tunisia per affrontare con serenità le riforme necessarie ed essere protagonista nella lotta contri i trafficanti di esseri umani».
Traguardo e finalità del Memorandum d’intesa pervicacemente perseguito dalla premier Meloni
Un punto su cui il titolare del Viminale Matteo Piantedosi – che mercoledì 19 luglio al Viminale riceverà il ministro dell’Interno tunisino Kamel Fekih per parlare più concretamente di assistenza tecnica e forniture ai guardacoste di Tunisi – non ha esitato a parlare di «grande successo» per la firma del Memorandum d’intesa. Un obiettivo così pervicacemente perseguito dalla premier Meloni. Giusto ieri, allora, il ministro ha incontrato al Viminale il vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas. Al termine del summit, Piantedosi ha sottolineato come al centro del cordiale colloquio gli interlocutori abbiano evidenziato l’importanza del coinvolgimento diretto dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo (Tunisia, Libia, Egitto) attraverso la via diplomatica.
Una cooperazione stilata sulle orme del Piano Mattei
«Noi il blocco navale — ha puntualizzato il ministro — lo stiamo facendo con gli accordi con Libia e Tunisia». Concludendo: «Troppi uomini. Donne. E bambini, hanno perso la vita in mare. Dobbiamo quindi, con il supporto dei fondi europei, favorire i flussi regolari, e impedire che i migranti finiscano nelle mani dei trafficanti». E allora, sono cinque i punti salienti dell’accordo a un passo dalla firma: rafforzamento dei legami economici. Aumento del volume degli investimenti commerciali. Una partnership energetica sostenibile e competitiva. Il tutto con un faro puntato sulla garanzia di una lotta serrata agli scafisti. Con una gestione della migrazione funzionale e lo sviluppo di programmi di formazione per i giovani come l’Erasmus. Progetti e finalità diplomatiche che seguono la filosofia di una cooperazione stilata sulle orme del Piano Mattei.