Migranti, Piantedosi e Johansson a Lampedusa. La Commissaria Ue: “Grande ruolo dell’Italia”
“Rimaniamo convinti della necessità di combattere senza alcun condizionamento i traffici internazionali di esseri umani, questo obiettivo sarà sempre al primo posto e so che le istituzioni europee vogliono condividerlo con l’Italia”. A dirlo è stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al termine della sua visita all’hotspot di Contrada Imbriacola a Lampedusa, insieme alla commissaria europea gli Affari Interni Ylva Johansson, la quale ha riconosciuto il ruolo dell’Italia nel cambio di passo assunto dall’Ue sul tema dei migranti e per un rapporto su nuove basi con i Paesi di origine e di transito.
Piantedosi a Lampedusa: “Il fenomeno va gestito tenendo insieme umanità e sicurezza”
“Non esistono soluzioni miracolose per risolvere il fenomeno delle migrazioni, ma stiamo costruendo qualcosa che possa consentire una gestione più ordinata di questo fenomeno, che mette insieme aspetti umanitari ma anche di sicurezza come il contrasto alla tratta”, ha spiegato il ministro. Piantedosi e Johansson hanno visitato il centro di Lampedusa gestito dalla Croce Rossa, dove oggi c’erano circa 430 persone, ma che nei giorni scorsi, a causa dei continui sbarchi, è arrivato a oltre 3mila presenze. E uno sbarco si è registrato anche stamattina, con 63 migranti arrivati al Molo Favarolo e portati all’hotspot, dopo che erano stati soccorsi dalla Guardia costiera. Un’altra quarantina di persone, tra le quali dodici donne e due minori, erano arrivate nella notte.
L’obiettivo di rimpatri sempre più veloci
“Io credo che la funzione di hotspot per Lampedusa sia ineliminabile. Tendenzialmente penso che avrà sempre questa vocazione di luogo di primo approdo, da alleggerire in tempi sempre più brevi con i trasferimenti”, ha detto ancora Piantedosi, il cui obiettivo è imprimere un passo più veloce al piano per le “procedure accelerate di frontiera” per rimpatriare rapidamente i migranti che non ottengono la protezione internazionale e provengono da Paesi sicuri. Già quest’anno, ha riferito Piantedosi, sono stati rimpatriate 600 persone in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Ringrazio la commissaria Ue Ylva Johansson per la sua presenza oggi, qui a Lampedusa. Una presenza che prendiamo come un segno e che è stata preceduta e verrà seguita da atti europei per supportare l’Italia nel suo essere paese di primo ingresso”, ha aggiunto poi Piantedosi.
Johansson riconosce “il grandissimo ruolo dell’Italia” nel cambio di strategia
La visita di Johansson a Lampedusa rientra nel giro dei luoghi europei maggiormente sottoposti alla pressione migratoria: in precedenza è stata alle Canarie e sull’isola di Lesbo. Un segnale della rinnovata attenzione di Bruxelles sul fenomeno, in larga parte dovuta proprio al pressing del governo italiano. “Bisogna lavorare con i Paesi di origine e di transito, perché l’immigrazione ci sarà sempre, ma bisogna arrivare al punto di gestirla insieme a quei Paesi che ne sono l’origine e insieme a loro dobbiamo combattere i trafficanti di esseri umani. Dobbiamo investire di più per migliorare le condizioni di questi Paesi e l’Italia – ha riconosciuto Johansson – sta svolgendo un grandissimo ruolo in questo”.
La visita “molto importante” di Meloni in Tunisia con von der Leyen e Rutte
“Per l’Italia e per Lampedusa in particolare sono molto importanti le relazioni con la Tunisia ed è stata molto importante la visita in Tunisia della premier Meloni, della presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen e del primo ministro olandese Mark Rutte per raggiungere un memorandum d’intesa che renda possibile una più stretta collaborazione”. “La Tunisia è un partner molto vicino perché insieme a noi affronta le sfide e siamo molto grati per la collaborazione che ci offre. Abbiamo convenuto con la Tunisia – ha aggiunto – che dobbiamo migliorare sempre di più la nostra collaborazione”.
La Commissaria Ue a Piantedosi: “Particolarmente colpita” dal lavoro a Lampedusa
Johansson, dopo essersi soffermata sulla pressione migratoria che investe il nostro Paese, si è detta “particolarmente colpita dal lavoro che viene fatto qui, a Lampedusa, ogni giorno, da tutti coloro che lavorano per offrire le condizioni migliori a chi arriva su quest’isola”. Poi, ricordando che “di recente il governo ha varato una nuova legislazione”, ha ringraziato l’esecutivo, le associazioni, la Guardia costiera e la polizia. “Grande lavoro anche della Croce rossa che in pochissimo tempo ha migliorato questo hotspot”, ha aggiunto.
Il riconoscimento di una “sfida che non è solo italiana, ma europea”
“Ma – ha poi avvertito – una cosa bisogna dirla: questa non è solo una sfida italiana ma europea. Non siete da soli”. Johansson, quindi, ha parlato dei progressi compiuti in seno all’Ue sul tema, minimizzando anche la contrarietà di Polonia e Ungheria al Patto proposto durante il Consiglio Ue della scorsa settimana. “Siamo molto soddisfatti dai risultati dell’ultimo consiglio a Bruxelles. Abbiamo raggiunto una maggioranza solida e questo è molto importante”, ha detto, sottolineando che “molti dicono che adesso è impossibile raggiungere un compromesso, ma in realtà è stato un grande successo che ci siano solo due Paesi che si siano opposti ed è anche normale che ciò avvenga”.
Johansson: “Uniti siamo molto più forti”
“Quando si vota – ha proseguito – succede che si ricevano dei no, ma l’importante è che la maggioranza sia solida”. “Abbiamo raggiunto un grande risultato che è quella della solidarietà resa obbligatoria dalla legge che abbiamo varato e che quindi dà alla Commissione uno strumento nuovo. Se qualche Paese non si adopera nei ricollocamenti deve pagare, non soltanto ai Paesi che sono sottopressione ma anche ai Paesi terzi”, ha sottolineato Johansson, avvertendo che “bisogna essere lì quando un Paese è sotto stress come è successo con la Polonia”. “Nessuno Stato membro – ha concluso – deve essere lasciato solo ad affrontare il fenomeno della migrazione: se uniti siamo molto più forti”.