Musumeci: “Il governo non cerca lo scontro con la magistratura”. Mulè: “Il problema non era Berlusconi”

10 Lug 2023 9:46 - di Davide Ventola
magistratura, Musumeci, Mulè

«Credo che questo esecutivo non abbia manifestato alcun interesse ad alimentare lo scontro» con la magistratura «ha solo avanzato una legittima perplessità dettata dalla peculiarità degli ultimi fatti». Così sul Messaggero il ministro alla Protezione Civile Nello Musumeci.

Musumeci: “La stagione berlusconiana non ha insegnato nulla”

«Mi riferisco alle vicende Santanchè e Delmastro – aggiunge l’esponente di Fratelli d’Italia – Dopodiché, che all’interno del sindacato dei magistrati ci sia una componente politicizzata che da tempo guarda con particolare livore al centrodestra credo non sia una sorpresa. Bisogna sempre avere fiducia nella magistratura, anche quando perde credibilità, come negli ultimi anni». Il governo, aggiunge, «non può essere accusato di invasione di campo se, democraticamente eletto, decide di varare una riforma dell’ordinamento giudiziario». La separazione delle carriere, sostiene, «renderebbe più credibile la magistratura e più autorevole la politica. Temo che la stagione berlusconiana non abbia insegnato nulla».

E a questo proposito interviene in una intervista a Il Secolo XIX, Giorgio Mulé.  «Come vedete, il problema non era Silvio Berlusconi. Il problema è la frangia politicizzata della magistratura», osserva l’esponente di Forza Italia.

Mulè: “Come vedete, il problema non era Silvio Berlusconi”

«In chimica, vi sono alcuni elementi che sono innocui a prenderli da soli, non se li mescoli – spiega Mulè – Da piombo, antimonio e bario viene la polvere da sparo. Lo stesso accade se mescoli potere esecutivo, potere legislativo e potere giudiziario. I tre poteri devono essere rigidamente separati altrimenti si ha una miscela esplosiva che fa scoppiare le istituzioni». Ma in Italia i tre poteri non sono separati? «Non quando avviene a ripetizione che le notifiche giudiziarie avvengano a mezzo stampa. Ricordo che l’articolo 111 della Costituzione prescrive che “la persona accusata di un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi dell’accusa”. Sottolineo: riservatamente. Ora, i magistrati che sono al vertice dell’Anm possono affermare che questo articolo della Costituzione non sia stracciato quotidianamente?».

“Una parte della magistratura non accetta la supremazia della politica”

Secondo il vicepresidente della Camera, il conflitto tra magistratura e politica «discende da una storica questione irrisolta, ovvero la mancata legittimazione della politica agli occhi di parte della magistratura. C’è una frazione di magistrati che non riconosce il primato della politica come prevede la Costituzione. Alcuni di loro non hanno mai accettato questa primazia. È una questione antropologica. E Silvio Berlusconi non c’entra. Basta andare indietro negli anni, a certi documenti di Magistratura democratica degli Anni Settanta. Oppure rileggete il libro ‘Toga rossa’ dell’ex magistrato Francesco Misiani, ad inizio Anni Novanta, che mi sembra tanto il prequel dei libri di Luca Palamara. Lì c’è la non accettazione della supremazia della politica. Ecco perché noi da sempre diciamo che esiste da parte di alcuni magistrati la voglia di eterodirezione, o quantomeno – conclude Mulè – di influenza sul potere politico».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *