Nati il 4 luglio ma in perenne crisi di identità: da 247 anni, per sempre, “God bless America”

4 Lug 2023 15:09 - di Mario Campanella

247 anni fa gli Stati Uniti, i tredici stati di allora, nacquero ufficialmente  conquistando l’indipendenza dal Regno unito. L’Indipendence day continua a essere un giorno strategico e sacro per ogni americano e a distanza di due secoli e mezzo quella piccola congregazione di stati, cresciuta sino a 50, è ancora la prima potenza mondiale. Certo, insidiata da nuove logiche geopolitiche e da due colossi demografici come India e Cina che promettono di modificare gli equilibri scaturiti prima dalla fine della seconda guerra mondiale e poi dalla caduta del comunismo. Gli Stati Uniti sono lessicalmente l’America che pure sarebbe un continente molto più vasto e molto più complicato. Il sogno e la maledizione di tante generazioni, la patria della libertà economica ma anche degli eccessi del liberismo, dei diritti civili e della pena di morte, un continuo esempio di contraddizioni che non cessano di esistere. Non c’è un altro posto al mondo in cui sopravvivano più componenti etniche e, contemporaneamente, uno spirito nazionale così forte. Gli italiani, che ad inizio novecento furono determinanti per le necessità di manodopera, realizzarono attraverso il crimine una forma di ascensore sociale che nel tempo è stata fortunatamente ridimensionata.

Il Paese di Salinger e delle innovazioni

L’America di Kerouac e Bukowski, del grande romanzo di Salinger è anche la patria del Klu Klux Klan e della segregazione, degli omicidi Kennedy e Luther King, delle divisioni tra nord e sud, ma soprattutto dell’egemonia sul resto dell’occidente . Trump si pose il problema della fine dei conflitti internazionali ma l’Ucraina ha trascinato nuovamente gli States nella diaspora. L’11 settembre fu il trauma del conflitto in casa, per la prima volta. Un Paese puritano e a tratti osceno, che ha legittimato il protestantesimo come incipit costituzionale della sua missione e cioè il diritto alla felicità.

Gli anni bui e la lotta al comunismo

Eppure, il meglio del futuro ( o il peggio) arriva sempre da lì. I social, con Zuckerberg e Musk, il commercio online, l’intelligenza artificiale. La grandezza, unica, del cinema e del rock ( in realtà importato in gran parte dall’Inghilterra ) ci ricordano come oscilli questa grande madre, tra bene e male. Chi ne odia la primazia avrebbe dovuto conoscere il socialismo reale, chi la idolatra dimentica le compromissioni in Sudamerica sempre con l’ obiettivo unico di arginare il comunismo. Da Hoover a MC Carthy ci fu una batteria impressionante messa in campo contro il Patto di Varsavia e l’ombra mai chiarita di essere coinvolta negli anni di piombo europei, soprattutto in Italia. Oggi gli americani vivono tra Scilla e Cariddi. Sono sempre una garanzia di democrazia liberale ma anche il residuo di un passato che andrebbe rivisto. Chi ne contesta la lunga supremazia dimentica che Roma durò per diversi secoli. Con un imperialismo non inferiore. Il  destino dei grandi. O il loro limite. God bless America.

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