Niger, la Francia forza il blocco imposto dalla giunta golpista e fa atterrare aereo militare. E riappare pure Prigozhin
L’Unita di crisi della Farnesina e la locale ambasciata italiana stanno seguendo passo passo la crisi in Niger dopo il colpo di Stato dei militari che hanno destituito il presidente filo occidentale, Mohamed Bazoum in un Paese rimasto praticamente l’unico, nell’area a contrastare il Jihadismo, e nel quale vi è una “presenza consistente di militari italiani”.
Al momento, secondo il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, non ci sono pericoli: i nostri connazionali presenti in Niger “sono a casa. Li seguiamo uno per uno attraverso la nostra Unità di crisi, attraverso la nostra ambasciata”.
Dopodiché gli sviluppi in Niger devono preoccupare “perché si crea instabilità in una regione – dice Tajani – dove già ce ne era tanta e il Niger rappresentava un elemento di stabilità” con un “governo diciamo filoccidentale”.
La Francia, che in Africa ha interessi giganteschi – il Niger è uno degli 8 Paesi che utilizza il Cfa, la valuta franco-africana – ha spedito nell’ex-colonia un aereo A400M, atterrato ieri mattina all’aeroporto internazionale Driori Hamani di Niamey forzando l’ordine di chiusura delle frontiere imposto dalla giunta militare del Niger.
Tanto da provocare la reazione risentita della giunta militare. Che ha annunciato la sospensione delle attività di tutti i partiti politici. E ha criticato la Francia per aver fatto atterrare l’aereo militare a Niamey.
”Tutte le attività dei partiti politici sono sospese fino a nuovo ordine”, ha dichiarato la giunta, che si è autonominata “Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria” nel suo quinto comunicato dopo il rovesciamento del presidente, Mohamed Bazoum.
La giunta, secondo il quotidiano nigeriano Le Sahel, ha chiesto il “rigoroso rispetto” dell’ordine di chiusura delle frontiere.
Nel frattempo, il ministero degli Interni nigeriano ha lanciato un appello alla popolazione affinché mantenga la calma dopo le ultime proteste contro la rivolta e ha chiesto di evitare “atti di vandalismo volti alla distruzione di proprietà pubbliche e private”, prima di vietare “manifestazioni pubbliche, per qualsiasi motivo”.
La decisione del ministero è arrivata poche ore dopo che i manifestanti hanno preso d’assalto la sede nazionale del principale partito di governo, vandalizzando i locali e incendiando i veicoli davanti all’edificio.
E nel caotico teatro del Niger riappare perfino Prigozhin.
Il fondatore del gruppo Wagner scrive su Telegram di ritenere che “quello che è successo in Niger è una lotta del popolo del Niger contro i colonizzatori, colonizzatori che hanno imposto le loro regole di vita, le loro condizioni e li tengono in una condizione che era nell’Africa di centinaia di anni fa”.
Secondo Prigozhin il Paese “oggi sta effettivamente guadagnando l’indipendenza e liberandosi dei colonizzatori”.
John Lechner, ricercatore specializzato su Wagner in Africa, citato dal Washington Post ha notato che non ci sono prove che la Russia o il gruppo Wagner siano direttamente coinvolti nel golpe in Niger.
Ma ha, poi, Lechner ha aggiunto che sia le forze filorusse, sia quelle anti Mosca sfrutteranno la situazione per portare avanti le proprie agende.