Oggi il vertice Nato in Lituania, da Erdogan arriva il via libera all’ingresso della Svezia

11 Lug 2023 8:26 - di Gilda Palmieri

Inizia oggi a Vilnus in Lituania il vertice Nato allargato alla presenza di Zelensky e di alcuni rappresentanti di paesi dell’est strategici nel supporto all’Ucraina e che segnerà l’avvio delle procedure formali per l’ingresso della Svezia. Ieri sera il segretario generale Stoltenberg ha annunciato l’accordo con la Turchia che darà il via libera a Stoccolma. “Siamo stati in grado di riconciliare le preoccupazioni della Turchia e della Svezia- ha detto il segretario generale della Nato-, ora abbiamo nel testo concordato fatti passi avanti su come implementare la lotta al terrorismo, lavorare insieme come alleati e far sì che le restrizioni sull’export delle armi da Stoccolma ad Ankara siano rimosse”. Budapest ora resta l’altro Paese a dover dare luce verde. “Credo che il problema verrà risolto”, ha aggiunto Stoltenberg. “L’Ungheria ha chiarito che non sarà l’ultima a ratificare l’adesione della Svezia alla Nato”. La Svezia, dal canto suo, si impegnerà a sostenere la candidatura di Ankara per l’ingresso nella Ue.

Gli aiuti a Kiev e le bombe a grappolo

Il vertice lituano, organizzato in uno dei paesi baltici aderenti all’Ue e confinanti con le zone di guerra servirà anche a stabilire il supporto militare all’Ucraina e l’eventuale utilizzo delle bombe a grappolo, che è caldeggiato dagli Usa ma che vede tanti paesi come l’Italia contrari. Zelensky ha già annunciato di volere usare le bombe a grappolo unicamente sul suo territorio , per respingere l’avanzata russa, e non come mossa offensiva. Il ministro Crosetto ha puntualizzato come ” La Russia già da tempo utilizzi le bombe a grappolo nel conflitto in corso”.

L’ingresso della Ucraina posticipato a fine guerra

Sul futuro ingresso dell’Ucraina nella Nato ormai non ci sono più dubbi e nemmeno esistono perplessità sulla necessità di rinviare l’adesione alla fine della guerra. Biden ha saggiamente ricordato che un’affiliazione in questo momento significherebbe ampliare la platea bellica e questo il mondo non se lo può permettere. Nessun dubbio sulle ragioni di Kiev e sul sostegno incondizionato (gli Usa hanno stanziato altri 800 milioni di dollari in armi) ma anche nessuna volontà di trasformare una drammatica guerra in un conflitto mondiale.

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