Olanda, il nodo migranti fa cadere il governo: Rutte si dimette dopo un duro braccio di ferro

8 Lug 2023 9:01 - di Prisca Righetti
Olanda

La questione migranti travolge l’Olanda e uno dei primi ministri più longevi d’Europa, Mark Rutte (Vvd). È caduto il governo di coalizione olandese guidato dal primo ministro liberale. All’origine del caso i contrasti legati alla politica migratoria. Ed in particolare – riferiscono fonti governative citate dall’agenzia di stampa Anp – le restrizioni ai ricongiungimenti familiari per i rifugiati già residenti nei Paesi Bassi.

Olanda, il governo Rutte cade sui migranti

Secondo fonti citate dall’emittente pubblica Nos, il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) di Rutte aveva messo sul tavolo una proposta per limitare l’arrivo dei migranti. Nello specifico, un provvedimento che avrebbe consentito di limitare i ricongiungimenti familiari nel dichiarato tentativo di evitare situazioni di caos come quelle del 2022, quando centinaia di richiedenti asilo si erano accampati all’esterno di un centro di accoglienza nella città settentrionale di Ter Apel.

Olanda, lo spettro delle elezioni anticipate già in una notte di estenuanti trattative

I Liberaldemocratici 66 e i Cristiano Democratici dell’Unione Cristiana si sono opposti, spianando la strada in linea di principio alla convocazione di elezioni politiche anticipate. Una via tracciata anche in considerazione degli equilibri interni alla coalizione, faticosamente costruita in dieci mesi di trattative. E Rutte, premier dal 2010, e attualmente alla guida del suo quarto governo – che si è insediato nel gennaio 2022 – alla fine ha dovuto arrendersi alle dimissioni.

Negoziato inconcludente: Rutte alza bandiera bianca e si dimette

Dopo una nottata di trattative difficili – quella tra giovedì e venerdì –. E al culmine di un’ultima cruciale trattativa sul tema, divenuta una battaglia tra schieramenti dalle posizioni “inconciliabili”, il governo Rutte ha optato per il passo indietro. L’inconcludenza di un confronto speso alla ricerca di un punto d’approdo comune nel negoziato sulle nuove misure da mettere in campo su migrazione e asilo è stata dirimente.

Olanda, gli schieramenti in campo e l’accordo minato da posizioni inconciliabili

Con Rutte e l’Appello cristiano democratico (Cda) che spingevano per una limitazione netta del ricongiungimento familiare per i migranti. Mentre l’altra metà dell’alleanza, i liberali del partito D66 e i calvinisti dell’Unione Cristiana, si opponevano nettamente. Un braccio di ferro che ha finito per segnare la fine dell’esecutivo guidato olandese nato nel marzo 2021. Ma annunciato ufficialmente dopo ben 271 giorni di trattative, nel gennaio del 2022, grazie al sostegno decisivo dei liberali di D66.

L’annuncio delle dimissioni di Rutte

Un congedo, quello di Rutte, esplicitato in un messaggio d’addio formalizzato con l’annuncio di una lettera di dimissioni. Una comunicazione resa alla stampa in cui il leader olandese ha sentenziato: «Stasera abbiamo purtroppo raggiunto la conclusione che le differenze sono insormontabili. Per questo motivo a breve presenterò le mie dimissioni per iscritto al re, a nome di tutto il governo».

 

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