Omicidio Attanasio, la famiglia accetta il risarcimento: non sarà parte civile al processo

7 Lug 2023 16:25 - di Eugenio Battisti

Nuova udienza preliminare del processo Attanasio-Iacovacci a Roma che vede imputati due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell’Onu, indagati per la morte dell’ambasciatore italiano e del carabiniere, uccisi in Congo nell’agguato del 22 febbraio 2021.

Processo Attanasio, i familiari accettano il risarcimento

La moglie e il padre del diplomatico italiano ucciso, Zakia Seddiki e Salvatore Attanasio, escono dal processo dopo aver trovato un accordo sul risarcimento offerto dall’agenzia dell’Onu. Lo ha comunicato il legale della famiglia in apertura dell’udienza. I familiari di Attanasio non saranno parte civile. L’incasso ottenuto dall’accordo sarà interamente devoluto alle tre figlie del diplomatico assassinato. Ma nessuna marcia indietro: “Non ci accontenteremo di alcuna somma o verità di comodo. Pretendiamo che il processo faccia emergere tutte le responsabilità che sono dietro all’uccisione di mio figlio”, ha dichiarato Salvatore Attanasio.

I familiari di Iacovacci restano parte civile

I familiari del carabiniere Iacovacci invece non hanno accettato il risarcimento. E rimangono parti civili. “Noi restiamo come parte civile nel processo perché vogliamo la verità su quanto accaduto”, ha detto Dario Iacovacci, fratello del carabiniere morto nell’agguato in Congo.

Indagati per omicidio colposo due dipendenti del Pam

Ai due dipendenti del Pam, Rocco Leone e Mansour Luguru Rwagaza, viene  contestato il reato di omicidio colposo. I due organizzarono la missione nel nord del Paese africano durante la quale i due italiani furono uccisi. Nel corso dell’udienza, aggiornato al prossimo 14 settembre, le difese hanno eccepito la questione quella relativa all’immunità diplomatica, Di cui godrebbero i dipendenti dell’agenzia dell’Onu e quella relativa alla giurisdizione. Alla prossima udienza  il giudice deciderà in merito e quindi la parola passerà al procuratore aggiunto Sergio Colaiocco per la discussione.

Sit in di solidarietà davanti a piazzale Clodio

Durante l’udienza del gup, Silvia Stilli, presidente di Aoi (cooperazione e solidarietà internazionale) e Ivana Barsotto, presidente di Focsiv (federazione di volontariato internazionale cristiana), hanno organizzato un sit-in in piazzale Clodio per solidarietà alle famiglie, qualunque sia l’esito in udienza. “Non capire com’è garantita la sicurezza a chi fa la diplomazia per mestiere e a chi la fa per scelta, da volontario, per noi rappresenta una preoccupazione.”, spigano le organizzatrici. “Anche se sappiamo perfettamente che in questa vicenda c’è un’agenzia delle Nazioni Unite che è in qualche modo sotto accusa rispetto al tema della sicurezza”.

 

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