Omicidio-suicidio dei fratelli di Verona: “Funerali comuni e sepoltura insieme”

28 Lug 2023 19:06 - di Rosaria Ambrogio
omicidio-suicidio

Sepolti insieme. Patrizio ed Edoardo Baltieri protagonisti del tragico omicidio -suicidio di sabato scorso a Verona finiranno nella stessa cripta. Lo ha deciso il padre, un uomo straordinario la cui vita sembra ricalcare quella di Giobbe, figura biblica famosa per le sofferenze patite: qualche anno fa l’uomo aveva perso il primo figlio, Leo, stroncato da una leucemia. Ora si ritrova con tre figli morti. Una tragedia incredibile. Gli inquirenti hanno accertato che Patrizia aveva premeditato l’uccisione del fratello. Per questo, appena un mese prima dei fatti, si sarebbe procurato la pistola semiautomatica sportiva usata per sparare al 24enne; l’acquisto del fucile a pompa con cui si è tolto la vita risalirebbe, invece, a qualche ora prima. Resta da chiarire il movente. Sul  legame tra i fratelli, secondo molti, potrebbe aver impattato anche la precedente morte del fratello maggiore. Da allora, infatti, Patrizio si sarebbe isolato sempre di più e i litigi con Edoardo si sarebbero fatti sempre più frequenti.

L’ipotesi dell’omicidio suicidio: la sindrome Hikikomori

Subito dopo la tragedia è emersa l’ipotesi che Patrizio Baltieri fosse un hikikomori, cioè un auto-recluso, vittima della sindrome giapponese che è stata di fatto “esportata” nel mondo. “Non voglio formulare giudizi sulla tragedia avvenuta in Veneto con l’omicidio suicidio di due fratelli ma se, come si legge, il ragazzo che ha premuto il grilletto era un Hikikomori si conferma la presenza di un problema che è diffuso e sottovalutato”. Lo  aveva detto la professoressa Donatella Marazziti, docente di psichiatria a Pisa e all’UniCamillus di Roma. ‘

‘Voglio premettere che la stragrande maggioranza degli Hikikomori non commette atti violenti –  aveva proseguito Marazziti – ed ha le capacità e le risorse per superare il problema, ma la sindrome è in costante diffusione e porta a un progressivo isolamento sociale”. 

In attesa che la magistratura faccia chiarezza definitivamente su ciò che è successo sabato scorso a Verona resta l’amarezza di una famiglia segnata dal dolore. Che ora merita vicinanza e rispetto.

 

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