Panettone griffato con Balocco, la Guardia di finanza negli uffici di Chiara Ferragni
Il panettone griffato nascondeva un trucco e per questo stamattina la guardia di finanza è arrivata negli uffici di Chiara Ferragni. Sono state effettuate ispezioni del Nucleo Speciale Antitrust delle Fiamme gialle sotto il coordinamento dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato nelle sedi delle società Fenice srl e TBS Crew srl riconducibili alla nota influencer. L’Antitrust ha esteso alle aziende dell’imprenditrice e influencer il procedimento già avviato nei confronti della Balocco spa Industria Dolciaria per “pratica commerciale scorretta in relazione all’iniziativa denominata ‘Chiara Ferragni e Balocco insieme per l’ospedale Regina Margherita di Torino’. L’istruttoria, partita lo scorso 14 giugno, ha acceso un faro sull’iniziativa benefica di Balocco targata Ferragni perché avrebbe potuto indurre i consumatori in errore facendo pensare che l’acquisto di un pandoro avrebbe contribuito alla donazione per l’acquisto di un nuovo macchinario all’ospedale torinese.
Versata una cifra all’ospedale indipendentemente dalle vendite
Il cuore accusatorio nei confronti di Balocco e della nota influencer è che prima della partenza delle vendite del prodotto commercializzato era già stata effettuata una donazione nei confronti del policlinico torinese per cui qualsiasi risultato ottenuto dalle vendite non avrebbe favorito le intenzioni degli acquirenti di destinare una parte della somma spesa in beneficenza. Secondo l’Autorità il modo in cui è stata presentata l’iniziativa nei comunicati stampa e anche sulle confezioni del pandoro, poteva indurre in errore i consumatori facendo leva sulla loro sensibilità per iniziative benefiche a sfondo sociale. Gli acquirenti infatti, potevano essere indotti a credere che acquistando il pandoro Balocco con il marchio di Chiara Ferragni, contribuissero alla donazione per l’acquisto di un nuovo macchinario all’ospedale.
Il panettone Ferragni, il precedente del coronavirus e le indagini della finanza
A novembre dello scorso anno per la campagna natalizia, Balocco aveva messo in vendita confezioni di pandoro a edizione limitata ‘griffati’ Ferragni, per sostenere la ricerca sull’osteosarcoma e sul sarcoma di Ewing a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino. La norma prevede che la commercializzazione di prodotti con una finalità, anche parziale, di beneficenza non induca in errore il consumatore, come sembrerebbe in questo caso, obbligando a fornire con la massima trasparenza i dati filantropici. Versare un’una tantum, invece, significa trarre in inganno la clientela. Una lunga battaglia iniziata nel tempo dalle associazioni dei consumatori e resa chiara dalle indicazioni fornite dall’Antitrust. Per la Ferragni non si tratta del primo problema. Già ai tempi del coronavirus era finita sotto la lente dell’ingrandimento dell’Autorità un’altra iniziativa benefica avviata dalla influencer e dal consorte, il cantante Fedez.