“Parlate di mafia”: FdI a Palermo rinnova l’impegno contro la criminalità organizzata (video integrale)

21 Lug 2023 20:00 - di Redazione
parlate di mafia

«Parlare di un tema così terribilmente importante come quello della mafia non è mai abbastanza»: con queste parole il senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione Antimafia, Raoul Russo, ha aperto il convegno “Parlate di mafia”, l’appuntamento dei gruppi parlamentari di FdI di Camera e Senato che si svolge, a Palermo, a due giorni dall’anniversario della strage di Via D’Amelio.

L’evento palermitano è una sorta di maratona: inizio  alle 11 e interventi fino al tramonto. Si svolge all’hotel San Paolo Palace: un edificio che ha una valenza simbolica enorme. Questa enorme struttura con vista mozzafiato sul mare, infatti, è uno dei beni confiscati dallo Stato alla mafia.

LA LOTTA ALLA MAFIA NON SIA STRUMENTO DI LOTTA POLITICA

L’ex sindaco di Catania, oggi senatore, Salvo Pogliese sottolinea che «da quell’estate del 1992, la mafia è cambiata. È più debole», mentre Salvatore Sallemi, altro senatore eletto in Sicilia, afferma che la lotta alla mafia è la battaglia più importante che l’Italia sta combattendo. Ospite anche il ministro del Mare, Nello Musumeci: «Il testamento spirituale lasciato da Borsellino deve riguardare tutti i giovani a qualunque schieramento appartengano, perché la lotta alla mafia per essere credibile ha bisogno di uno schieramento forte e solido. Dobbiamo fare un dispetto ai mafiosi, e il dispetto più efficace che si possa fare è quello di mettere assieme centro, destra, sinistra e movimenti civici, tutti accomunati da un unico obiettivo: la lotta alla mafia – conclude l’ex governatore siciliano – non può diventare uno strumento di lotta politica».

Interviene dal palco anche il suo successire alla Regione siciliana, Renato Schifani: «Ho sempre sostenuto che si fa solo un regalo alla criminalità organizzata quando ci si divide». La mafia si combatte anche, e soprattutto, con le leggi. Lo sottolinea anche Giovanni Donzelli quando dice: «Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto difendendo il 41bis. Chiedevano a me e all’amico Delmastro ‘cu tu fa fari’ (chi te lo fa fare, ndr), perché sul caso Cospito era più comodo stare in silenzio e girarsi dall’altra parte. Ma noi abbiamo difeso il 41bis, la sinistra ha sollevato tanto polverone. Poi però non c’è stata più una sola persona di sinistra a metterci la faccia per difendere Cospito. Non accettiamo lezioni da nessuno, penso agli amici del M5s che quando erano al governo con la scusa del Covid hanno scarcerato mafiosi».

Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario alla Giustizia Delmastro: «Sciacalli ci hanno accusato di contiguità mentre il nostro primo atto è stato mettere in sicurezza l’ergastolo ostativo, a fronte di cedimenti da tante parti. Il secondo atto l’ho scritto io in concorso con Donzelli, sereni e consapevoli che altrimenti avremmo tradito l’eredità morale e giuridica di Borsellino».

PARLATE DI MAFIA: IL SALUTO DEL CAPITANO ULTIMO

Mafia che oggi, sottolinea nel suo intervento durante la seconda fase del convegno il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro, «non è più coppola e lupara. La mafia – spiega l’esponente di Fratelli d’Italia – agisce in modo più silente, e lo fa per contare di più. Per la Ferro è “finita l’epoca stragista”, ma siamo in piena fase in cui l’organizzazione criminale “usa metodi sofisticatissimi” d’azione. Sofisticata, pertanto, deve essere anche l’azione di contrasto». Posizione convidisa dai capigruppo di Fratelli d’Italia alla Camera e al Senato, Tommaso Foti e Lucio Malan. Secondo quest’ultimo «la lotta alla deve adattarsi alle nuove realtà, perché la mafia cambia e deve essere combattuta nel mondo in cui oggi si comporta».

LA MAFIA FINANZIATA ANCHE DAI CONSUMATORI DI DROGA

Per Foti «non possiamo che avere attenzione enorme alle periferie e alle aree di degrado, perché è lì che si radica il senso dell’anti-Stato. Il Pnrr – prosegue – destina 300mln al recupero di strutture confiscate alla mafia: l’augurio – conclude Foti – è che possano essere utilizzati per avviare progetti di recupero per dare l’idea che lo Stato non ha abbandonato quei territori, ma che anzi vuole dare un segno tangibile della sua presenza». Malan pone poi l’accento sul consumo di sostanze stupefacenti, il cui commercio è linfa vitale delle organizzazioni criminali. «Chi consuma droga – afferma – alimenta la mafia e la criminalità organizzata, questo, associato naturalmente al fatto che fa molto male, è un altro grande motivo per dire no alla droga».

CULTURA ANTIDOTO ALLA MAFIA

Ma come anche la cultura può diventare la dimensione che combatte la mafia? È la domanda che si è posto nel suo intervento chi della Cultura è ministro, Gennaro Sangiuliano. «Con la capacità – si risponde lui stesso – di coltivare nelle giovani generazioni la consapevolezza di essere cittadini”, riprendendo la locuzione romana di cives, ossia, spiega ancora il ministro, “soggetti attivi, non codici a barre dei meri consumatori”. Ai giovani, dunque, per Sangiuliano, “occorre far capire il valore di una vita retta, della legalità, di una figura come Paolo Borsellino». E ciò avviene attraverso la cultura, di qui il progetto – ha spiegato il ministro – di finanziare l’apertura di librerie nelle zone più degradate delle città e di spostare succursali dei musei negli stessi luoghi. È così, con la cultura, che «bisogna togliere l’acqua ai pesci», ha metaforicamente sintetizzato Sangiuliano.

PARLATE DI MAFIA, L’EVENTO IN UN EDIFICIO CONFISCATO ALLA MAFIA

Nell’ultimo intervento della giornata organizzata da Fratelli d’Italia il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha ricordato qual è il punto di forza delle organizzazioni mafiose: il consenso sociale. «Lo Stato – ha aggiunto – assume la funzione della repressione del fenomeno mafioso, ma il profilo dello sradicamento del consenso sociale chiama in causa tutti, a Palermo, come a Napoli, come a Roma».

L’evento “Parlate di mafia”, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, si chiude quindi con un appello rivolto alla cittadinanza, perché cambiando il tessuto sociale è possibile sconfiggere il cancro mafioso. Un messaggio promettente in tal senso è la fiaccolata che ogni anno Comunità ’92 organizza in via D’Amelio. Fiaccolata che Fabio Roscani, deputato di Fratelli d’Italia e presidente nazionale di Gioventù Nazionale, descrive come segnale di “un impegno che ogni anno si rinnova e trasmette quei valori che caratterizzano Fratelli d’Italia”. E che restano saldi all’incedere del tempo.

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