Pd e sinistra radical chic, la crisi ha nome e cognome: Elly Schlein. Parola di Feltri e Mannheimer
Pd in panne e sinistra al palo su contenuti, forma e comunicazione: per il giornalista di lungo corso, Vittorio Feltri, e il sondaggista Rudolph Mannheimer, la crisi è in corso da tempo, ma è esplosa in tutto il suo fulgore con Elly Schlein. E tra rimandi e riflessioni, spiegano perché. Perché i dem e il faro del politicamente corretto sono all’esasperazione. E in entrambi i casi, la debacle della sinistra ideologica e militante – che tra ammiccamenti alla gauche al caviale, retroguardie d’antan furiose, e diktat imposti dai salotti radical chic – a trovarsi sull’orlo del baratro è un mondo politico e sociale che oggi individua in Elly Schlein l’ultima portabandiera della crisi.
Pd e sinistra radical chic, la crisi ha nome e cognome: quelli di Elly Schlein
Una crisi in corso da tempo, certo, ma che la neo segretaria ha contribuito a slatentizzare a fronte di un’emorragia inarrestabile di consensi elettorali. Un calo progressivo e continuo, testimoniato dai sondaggisti di settimana in settimana. E tra fronde partitiche e striscianti lotte intestine al Nazareno. Al netto di un progetto sul campo largo mai decollato, e naufragato ancora una settimana fa in Molise, dopo aperitivi e prove tecniche di coalizione tra Conte, Schlein e Fratoianni. Cocktail andati di traverso alla triplice alleanza mai formatasi. Una fusione a freddo miseramente respinta al mittente dalle urne ancora una volta: la sesta consecutiva.
Il sondaggista Mannheimer e Vittorio Feltri spiegano perché
E allora, non è un caso se le ultime due tombali attestazioni dello psico-dramma del Pd in corso arrivino da due addetti ai lavori. Due esperti nel fotografare e documentare evoluzioni e involuzioni del panorama politico-sociale su cui affaccia la sinistra odierna: il sondaggista Renato Mannheimer e il giornalista di lungo corso, Vittorio Feltri. Il primo, allora, individuando ascissa e ordinata della crisi del Pd, dalle colonne de Il Giornale spiega emblematicamente che, per esempio, nel caso dell’intervista rilasciata a Vogue in cui la Schlein parla della sua armocromista, «il problema non erano i colori, ma tutte le altre risposte che erano molto vaghe».
Elly Schlein, l’analisi “eziologica” di Mannheimer
Ribadendo a stretto giro che, a sua detta, « il grave difetto dello stile comunicativo della Schlein è quello di parlare troppo di diritti civili e troppo poco di diritti sociali». «Il suo spirito è proteso più verso i diritti umani. Basta guardare con che gioia va alle manifestazioni degli Lgbt mentre – osserva ancora Mannheimer – è meno forte sulle questioni sociali. Anche perché il Pd è spaccato sulle posizioni di Landini». esattamente come, aggiunge sempre il sondaggista, «per la Schlein è difficile virare sui temi economici perché (anche ndr) su quelli il Pd è molto diviso».
La bordata di Feltri al politicamente corretto
Vittorio Feltri, invece, in una riflessione su Libero in edicola oggi, amplia lo spettro della crisi e lo estende alla crisi di un mondo a corto di idee e follemente attaccato a un politically correct ormai “esasperato”. E che, incalza il direttore nella sua disamina, «non soltanto ci ha peggiorati, rendendoci più ipocriti e conformisti, ma altresì ha complicato le nostre esistenze, facendoci terribilmente polemici e inclini a scandalizzarci per un nonnulla, quindi fondamentalmente mediocri». Concludendo che, «insomma, il politicamente corretto è divenuto rapidamente, senza che neppure ce ne accorgessimo, uno strumento per limitare la libertà di pensiero. Quindi anche di parola e di espressione».
Elly Schlein, specchio e riflesso della crisi del Pd
Un appiattimento e una repressione implicita del pensiero rispetto al quale Feltri sottolinea una consapevolezza civica e culturale, sempre più emergente, che «la correttezza politica soffochi il nostro diritto di parlare liberamente». E che, «mentre avrebbe dovuto garantire inclusività. Invece sta garantendo esclusione». E nell’enucleare e sviluppare il tema, non a caso, Feltri legge questi segnali e li inquadra in un contesto che individua la neo segretaria dem come lo specchio e il riflesso della crisi di rigetto.
Una crisi in corso da tempo, ma che con l’avvento della segretaria Pd, ora è addirittura peggio
«Elly Schlein, elegante e trasandata come si addice a una autentica radical-chic – scrive il direttore –. Che fa di tutto per risultare povera, confusa, impreparata, inconsistente, vaga. A tratti frivola, come quando ci spiega l’importanza dell’armocromia per abbinare il colore della camicia al tono dell’incarnato. Più portata a sfilare nei cortei che ad avanzare proposte, iniziative, soluzioni». Concludendo causticamente: «Non a caso il Pd è in piena crisi… Cioè, era in crisi anche prima dell’avvento di Schlein, mica è tutta colpa di quest’ultima. Soltanto che ora sta addirittura peggio».