Pino Insegno: «Mi detestano perché appoggio la Meloni. Non so nuotare in questo mare di m…»
La sua “colpa” è di essersi schierato con Giorgia Meloni. E per questo, Pino Insegno è finito nel mirino degli intolleranti di sinistra, che l’hanno trasformato nella pietra dello scandalo. Lui, che ha un curriculum artistico invidiabile – grande attore, conduttore televisivo, doppiatore – trattato come un dilettante. Da anni il mondo dello spettacolo chiude le porte a chi non è allineato, molti cantanti ne sono vittima (ad alcuni viene “vietato” anche il palco di Sanremo).
Pino Insegno: «Per quale motivo non dovrei appoggiare Giorgia?»
«Nel corso della mia carriera ho incrociato 11/12 governi di ogni colore, fino a quando diventa presidente del Consiglio una persona della quale approvo alcune scelte sociali», afferma Pino Insegno in un’intervista a “Libero”. «Per quale motivo non dovrei appoggiarla? Mi sono sentito dire che un attore non deve schierarsi. E chi l’ha detto? Vedo ogni giorno tanti illustri colleghi parlare e dire la loro dal palco del Primo Maggio in giù…».
«Perché non mi giudicano come artista?»
È amareggiato per le polemiche. «All’inizio l’ho vissuto male non essendo abituato ai clamori esterni al mio mondo. Mi chiedevo: ma perché non mi giudicano per quello che so fare e valgo oggettivamente come artista? Perché continuano a creare polemiche ad arte, sperando che io risponda per dare verità a quelle che sono in realtà solo falsità? Sono stato in Rai dal 1983 con Gino Bramieri e l’Allegra Brigata per oltre vent’anni, poi ci sono tornato e fino allo scorso anno ho fatto Voice Anatomy. Questa è la realtà su cui gente che forse nel 1983 non era nemmeno nata, scrive bugie».
«Si sfoghino pure sui social…»
«Non so nuotare in questo mare di m… Però poi ho capito che devo sguazzarci un po’ per restare a galla». Cioè, «lasciare che persone che altrimenti non avrebbero voce si sfoghino sui social. Anche se è un problema serio pure questo per il quale servirebbe una educazione digitale a scuola. Se una volta, infatti, un ragazzino veniva preso di mira, ridevano quelli della classe, al massimo dell’istituto, oggi lo mettono sui social e si rischia di perderlo in tutti sensi, anche fisicamente…».
«Sono Pino Insegno, non D’Annunzio»
«Io non sono Gabriele D’Annunzio, poeta vate che con la sua cultura è diventato espressione di un movimento politico. Sono Pino Insegno, amico della gente, faccio il mio lavoro da artista e, senza urlarlo ai quattro venti. Cerco di fare anche qualcosa di importante in ambito sociale. Ma questo non interessa a nessuno perché davvero pochi scrivono di chi sta male veramente…».
«Con Ciufoli abbiamo fatto di tutto»
«Roberto Ciufoli è un amico fraterno, la pensiamo diversamente su molte cose. È intervenuto non per difendermi ma perché si è stancato. Lo ricorda bene anche lui quando già ai tempi della Premiata Ditta, nonostante facessimo il 35% di ascolto, ci rompevano le scatole perché non facevamo satira politica. Dico questo per farle capire che, professionalmente, nella vita abbiamo fatto tutto. Però al tempo stesso ogni nuova sfida si deve affrontare con grande umiltà, come se fosse la prima volta».
«Ricomincio con uno show nell’access prime time di RaiDue»
«Io per strada mi fermo ad ogni passo. Quando le persone mi chiedono se mi dispiace farmi una foto assieme, io rispondo che mi dispiacerà quando non me lo chiederanno più. Questo sono io», aggiunge Pino Insegno. «D’altra parte potevo chiedere di fare venti prime serate su RaiUno no? Invece ricomincio con uno show nell’access prime time di RaiDue». Il suo Mercante in Fiera su cui pure hanno avuto da ridire… «Lo rifaremo in chiave moderna. Tenendo però sempre conto che fu un fatto epocale anche quello, all’epoca».