Placebo, dopo gli insulti alla Meloni, Molko indagato per vilipendio. FdI: “Congelate il loro cachet” (video)
«Apprendo con soddisfazione la notizia dell’indagine per vilipendio delle istituzioni, avviata dalla procura di Torino, sulle parole di Molko dei Placebo. Non è accettabile che si usi un palco di una manifestazione culturale e di un concerto per insultare il premier, regolarmente eletto, di uno stato democratico come l’Italia». Lo dice Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d’Italia.
«È bene che chi strumentalizza, provoca e fomenta odio, soprattutto se personaggio pubblico, sia chiamato a rispondere delle proprie parole e non pensi di essere immune alle leggi – prosegue -. Torno a chiedere agli organizzatori di non riconoscere al gruppo il cachet previsto per la tappa di Torino: sarebbe un gesto di unità a difesa delle istituzioni».
Un fascicolo per vilipendio delle istituzioni è infatti stato aperto dalla procura di Torino in merito al caso delle parole pronunciate contro Giorgia Meloni da Molko, frontman del gruppo musicale britannico. L’iniziativa fa seguito a un rapporto trasmesso a Palazzo di giustizia dai carabinieri. I Placebo si erano esibiti a Stupinigi la sera dell’11 luglio, dal palco, Molko, 41 anni, aveva insultato il presidente del consiglio. In apertura del concerto torinese, il cantante anglo-americano aveva detto al pubblico: “And there’s one more thing I have to say in Italian. Giorgia Meloni, fascista razzista pezzo di m…a, vaff…o!”. I carabinieri avevano segnalato il caso al pubblico ministero del ‘turno urgenze’ della procura del capoluogo piemontese.
Il presidente di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan, nello stigmatizzare l’accaduto aveva sollecitato «al più presto una presa di posizione da parte degli organizzatori, considerando che la manifestazione vive anche di finanziamenti pubblici e dovrebbe, quindi, rispettare la sensibilità di tutti».