Pnrr, Ciriani: “Smentiti gufi e pessimisti. Chi scommette contro l’Italia resterà deluso”
La dimostrazione che “le modifiche non solo sono possibili, ma anche utili”. Lo sblocco della terza rata del Pnrr dà, ancora una volta, ragione alla linea del governo, che “non era un gioco a distruggere il Piano, ma una battaglia di pragmatismo”. A rivendicarlo è oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ricordando che, come già spiegato dal ministro Raffaele Fitto in cabina di regia, questa battaglia “non incide sul saldo della terza e quarta rata” del Pnrr. “L’Italia – ha precisato Ciriani – incasserà comunque 35 miliardi di euro, a slittare tra terza e quarta rata è solo una parte molto ridotta in termini percentuali”.
Ciriani: “Lo sblocco della terza rata del Pnrr smentisce ancora gufi e pessimisti”
Dunque, non ci sono preoccupazioni da parte del governo. “Fino ad ora abbiamo sempre smentito gufi e pessimisti. Faremo uguale anche questa volta”, ha detto Ciriani, in un’intervista al Messaggero nella quale ha anche smentito la tesi di S&P secondo cui l’Italia sarebbe in ritardo sul Pnrr. “L’Italia non è indietro rispetto al programma che si è dato. Il governo è al potere da circa 9 mesi e ha fatto tutto ciò che era possibile. Dalla cabina di regia a diversi decreti per accelerare”, ha chiarito il ministro, sottolineando che “forse c’è qualcuno che dall’estero scommette contro l’Italia, ma dimostreremo di avere le carte in regola per centrare i nostri obiettivi”. “E poi – ha aggiunto – ricordo che quando qualcuno tifa contro di noi lo fa contro gli interessi degli italiani”.
Nessuna preoccupazione per la tenuta della coalizione dopo il Cav
Ma nell’intervista hanno trovato spazio anche temi più strettamente politici, come quello dei rapporti interni alla maggioranza. Ciriani ha chiarito di non essere preoccupato del fatto che la morte di Berlusconi, anche se il Cav “era inimitabile”, possa creare un vuoto al centro. “FI ha appena eletto Tajani segretario ed è una componente essenziale della coalizione. E non mi pare ci si alcuno all’orizzonte capace di sostituirsi. Il centro che conta è già all’interno del centrodestra”, ha ricordato, smentendo anche, in risposta a una domanda di Francesco Malfetano, che firma l’intervista, la narrazione secondo cui le parole di Meloni su Marina Berlusconi sarebbero state un segnale di insofferenza. “Io – ha detto – le leggo al contrario. Credo che Meloni abbia voluto difenderla dal tritacarne mediatico e da chi la attacca dal punto di vista politico. Un ruolo da cui Marina per prima si è sempre tenuta lontana”.
Le europee? “Marciare divisi e colpire uniti”
Quanto a un potenziale logoramento della coalizione durante la campagna elettorale per le europee, Ciriani ha ricordato che si basa su un sistema proporzionale, dunque “è normale che ognuno alzi la propria bandiera, ma alla fine nessuno mette in discussione la coalizione a Roma. Anzi, tutti vorremmo spaccare l’alleanza tra socialisti e Ppe, per riproporre il modello italiano con al centro i conservatori anche a Strasburgo e Bruxelles. Per dirlo con una citazione, il motto è: Marciare divisi e colpire uniti”.
Quella “strana eterogenesi dei fini” che colpisce l’opposizione
Infine, una notazione sulle opposizioni, che ha preso spunto dall’arrivo in aula della legge contro la maternità surrogata e lo stop al salario minimo: “Vedo una strana eterogenesi dei fini per cui il centrosinistra che ha trovato nel salario minimo e nella lotta sulla Gpa i temi etici e ideologici che vorrebbe cavalcare, finisce col dividersi, con Schlein che scappa a Bruxelles per non mettere la faccia sulle divisioni”.