Proteste in Francia, 719 fermi nella quinta notte di violenze. E la rivolta da Parigi sconfina in Svizzera

2 Lug 2023 9:43 - di Lorenza Mariani
Proteste in Francia

Il fuoco delle violente proteste non si placa in Francia: da Parigi a Marsiglia, da Lione a Nizza, nella quinta notte di guerriglia urbana sono stati altri 719 gli arresti. Ad aggiornare il bilancio, secondo quanto riportano i media francesi, è stato il ministero degli Interni. Darmanin ha parlato di «una notte più tranquilla grazie all’azione decisiva delle forze dell’ordine». Ma che, contestualmente, ha anche sottolineato come nella sola Parigi gli arresti siano stati 194.

Proteste in Francia, la quinta notte di violenze si chiude con 719 arresti

Sì, perché dalle banlieu alle cittadine di provincia, dove la rabbia è esplosa e insiste a furoreggiare, scontri e disordini hanno continuato a deflagrare ovunque. Penetrando il cuore della capitale. E contagiando le grandi città. Finanche sconfinando, e arrivando in Svizzera, dove la rivolta ha coinvolto Losanna. Dunque, all’indomani della quinta notte di violenze urbane connesse all’uccisione da parte della polizia del 17enne Nahel a Nanterre, il bollettino dell’insurrezione indica Parigi, Marsiglia e Lione tra le città più colpite con disordini, saccheggi e danni alle proprietà.

La rivolta dalle banlieu penetra nelle città: a partire dal cuore di Parigi

E ancora. A Brest, nel dipartimento di Finistére, nella regione della Bretagna, i manifestanti hanno sparato razzi e fuochi di artificio contro le forze dell’ordine. E un incendio è scoppiato in una concessionaria della Renault, richiamando l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco per sedare il rogo. Alle porte di Parigi, intanto, un’auto in corsa è stata lanciata contro l’abitazione del sindaco di l’Haÿ-les-Rose. Un attacco in cui sua moglie e uno dei suoi due figli piccoli sono rimasti feriti. Lo ha riferito lo stesso primo cittadino, Vincent Jeanbrun, mentre le autorità aprivano un’inchiesta per tentato omicidio.

Proteste in Francia, scontri da Parigi a Marsiglia, da Lione a Nizza

Tuttavia, il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha dichiarato domenica che la notte di sabato è stata più tranquilla grazie all’«azione determinata» delle forze dell’ordine. Sabato sera, lo stesso Darmanin aveva annunciato che 45mila agenti e gendarmi mobilitati in tutto il Paese. Un esercito chiamato a far fronte ai possibili disordini e incidenti. «Di fronte alla violenza, dimostrano un coraggio esemplare», aveva scritto su Twitter il primo ministro Élisabeth Borne.

Ma la Francia brucia da mesi…

L’assassinio di un diciassettenne francese di origine extracomunitaria da parte della polizia ha mischiato lo scontento economico a quello etnico della comunità islamica che Parigi non ha saputo integrare. Ma il fuoco cova da tempo sotto la cenere: la Francia brucia da mesi, la rabbia sociale è scesa in piazza dopo la riforma delle pensioni fatta passare dall’Eliseo aggirando il Parlamento. E nonostante le recriminazioni polemiche e le invettive contro l’Italia e il governo in carica sulla gestione dei flussi migratori, la bomba di rabbia scoppiata oltralpe, non solo slatentizza sintomo e malessere di un problema che investe e riguarda tutta l’Europa, ma rivela vulnerabilità e fallimento dell’establishment francese, incapace di gestire gli immigrati che sono in Francia da due o tre generazioni ormai e che hanno tutti il passaporto transalpino.

I funerali del 17enne Nahel

Intanto, il report di scontri e arresti di ieri mette nero su bianco cifre importanti: tra la notte di venerdì e sabato 1.311 arresti e 79 agenti di polizia feriti. Diverse centinaia di persone hanno partecipato all’ultimo saluto a Nahel, presentandosi prima all’obitorio, poi alla moschea dove si è svolta la cerimonia. E infine al cimitero, dove il ragazzo è stato inumato. La cerimonia si è svolta presso la moschea di Ibn Badis a Nanterre, la sepoltura al cimitero di Mont Valérien. E in entrambe i luoghi la cronaca ha registrato tensioni tra gruppi di giovani e la stampa, di cui la famiglia e l’entourage della vittima avevano severamente vietato la presenza.

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