Prove Invalsi: uno studente su 2 non capisce ciò che legge. Valditara: “Subito investimenti”
Il 50% degli studenti delle superiori non raggiunge il livello minimo di competenze in italiano o matematica. Ugualmente alle elementari: oltre il 45% degli alunni di quinta non ha maturato le competenze base richieste per il proprio anno. È un quadro allarmante quello che esce dalle prove Invalsi 2023, il cui esito è stato presentato oggi alla Camera, che restituiscono anche un divario molto forte tra Nord e Sud e tra famiglie più o meno abbienti. Un “elemento di forte preoccupazione” e “insostenibile”, lo ha definito il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, annunciando misure di contrasto.
I risultati delle prove Invalsi alle superiori: un ragazzo su due non comprende quello che legge
In particolare dal test, che secondo il rapporto risente ancora degli effetti della pandemia, emerge che alle scuole superiori la metà degli studenti non comprende quello che legge e solo il 51% raggiunge il livello base di competenze. Tra Nord e Sud c’è un divario di 23 punti. Per quanto riguarda la matematica, dove il livello base è raggiunto dal 50% dei maturandi, il divario si attesta a 31 punti. Va un po’ meglio in inglese, dove il livello atteso, il B2, è raggiunto nel reading dal 54% degli studenti e nel listening dal 41%, con percentuali rispettivamente in crescita di 2 e 3 punti rispetto al 2022.
Il divario tra Nord e Sud si fa sentire anche a elementari e medie
Alle scuole medie si registra la fine del calo registrato negli anni della pandemia, ma ancora non si può parlare di inversione di tendenza. Le competenze attese per le classi di riferimento sono acquisite in italiano dal 62% dei ragazzi, in matematica dal 56%, in inglese dall’80% nel reading e dal 62% nel listening. Anche in questo caso si registra un forte divario tra Nord e Sud: in alcune regioni meridionali la quota di quanti riescono a comprendere un testo in italiano scende al 50% e quella di quanti riescono a leggere e comprendere un testo in inglese al 60-65%. Male anche le elementari, dove un terzo dei bambini non raggiunge le competenze necessarie né in seconda né in quinta (i due corsi che vengono testati, ndr) e i risultati di quest’anno sono anche peggiori di quelli dello scorso anno. Confermate anche in questo segmento le differenze tra Nord e Sud, che restano particolarmente significative anche per quanto riguarda la dispersione scolastica.
Valditara: “Subito investimenti sulle scuole più a rischio”
Valditara ha parlato del divario tra Nord e Sud come di una situazione “insostenibile”, con “i ragazzi del mezzogiorno pregiudicati nelle opportunità formative”. “È evidente – ha detto – che dobbiamo intervenire in maniera specifica sul Mezzogiorno, partendo dall’individuazione delle scuole più a rischio”. Lo stesso Invalsi, ha ricordato il ministro, ha individuato un elenco di 240 istituti con situazioni di particolare fragilità e per le quali azioni saranno messe in campo già da settembre, con “investimenti economici importanti”. Si tratta di 120 elementari, 60 medie e 60 superiori. “Estenderemo tempo pieno, formazione specialistica, retribuzione aggiuntiva, ed è pronta un’intesa con le Regioni per favorire lo sviluppo territoriale”, ha spiegato il ministro, illustrando anche gli interventi per le mense e lo sport. La strada indicata oggi dal ministro Valditara va nella giusta direzione per contrastare la dispersione scolastica”, ha commentato il Garante dei minori, Carla Garlatti, spiegando di apprezzare particolarmente “la volontà di concentrare gli investimenti economici sulle scuole più a rischio, di puntare su una didattica innovativa e di aprire gli istituti al territorio”.