Pupi Avati, un uomo libero: «Berlusconi mi affascinò, Giorgia Meloni mi ha commosso»
Non si è mai schierato, Pupi Avati. Anzi, non è mai salito sul carro ideologico della sinistra. E questo gli ha creato non pochi problemi. «Ho pagato cara la mancanza di identità netta, di un convincimento politico nei riguardi del mondo culturale di sinistra», afferma in un’intervista a Libero. «C’è stato un momento nella storia di questo Paese, nel dopoguerra, in cui la sinistra si è attribuita la cultura lasciando alla Democrazia Cristiana altre priorità che avevano a che fare con il mondo degli affari. Da allora non è più cambiato. Io non mi riconosco in nessuno. Io sono io e rivendico la possibilità di avere delle idee che in certi momenti sono contrastanti o viceversa coincidenti».
Pupi Avati: io sono totalmente libero
«Di essere totalmente libero, di non essere prevedibile e questa cosa l’ho pagata caramente», aggiunge. «Non essendo una persona riconducibile a quel mondo non ho fatto film funzionali a quel tipo di ideologia e proposta culturale. Culturalmente io non esisto». Poi specifica: «Io non mi sono mai piegato e ho rovinato i miei figli perché li ho educati così. Mia moglie dice che li ho rovinati perché ho insegnato loro l’indipendenza intellettuale che è uno dei grandi privilegi dell’essere umano. Il permettersi sempre la possibilità di dire “non è esattamente così”».
«Ho frequentato la terrazza romana»
Ha conosciuto il mondo culturale di sinistra. «Quando da Bologna sono arrivato a Roma ho frequentato la terrazza romana dell’attrice e regista Laura Betti, quella di Moravia, di Siciliano di Bertolucci, Pasolini di cui ho scritto l’ultimo film. Non è che non li abbia conosciuti o incontrati», dice Pupi Avati. «Solo che a un certo punto era talmente a rischio la mia identità, a rischio di essere plagiato, sedotto e influenzato che il giorno dopo ripetevo quello che avevo sentito dire».
«Mi ha affascinato la sfrontatezza di Berlusconi»
«Chi mi ha affascinato follemente è stato Silvio Berlusconi. La sua sfrontatezza, un qualcosa di unico. Quando lo vidi nel ’94, quando mi apparve per la prima volta, diceva delle cose così al di fuori del comune che pensai: “Finalmente qualcuno di diverso”. Poi nel corso della sua vita ci sono stati una serie di eventi che lo hanno zavorrato e ne hanno opacizzato l’immagine. Hanno cominciato a fargli i conti in tasca, è stato odiato tantissimo ma al contempo reso molto popolare. Io e tutta la mia famiglia ne siamo rimasti fortemente affascinati. Credo che Berlusconi non abbia avuto rivali. Percepiva l’essere umano. Lui mi ha incontrato due volte ed era come se parlasse con la persona che cercava da sempre».
Pupi Avati: «Giorgia Meloni mi ha commosso»
Cosa pensa di Giorgia Meloni? «La Meloni è una persona che mi ha commosso. Una ragazza così piccola che si è messa sulle spalle un paese così complicato e così inquietante. La sua forza e il suo coraggio sono stati per me commoventi. Io non lo avrei mai fatto. È anche una persona di grandissima civiltà». Repubblica ha pubblicato una sua foto dandolo per candidato alla guida del Centro Sperimentale di Cinematografia. «Io e Giancarlo Giannini – pubblicato da Repubblica con me- siamo due persone con alle spalle un pezzo di storia del cinema italiano. Le sembra rispettoso che si venga menzionati per ricoprire quell’incarico a nostra insaputa, o almeno a mia, perché come è stato scritto, saremo vicini a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia? Qui il grande problema di questo paese: l’appartenenza che conta più della competenza».