Rdc, la sinistra va alla guerra. FdI: “Non accettiamo lezioni da chi ha lasciato il Paese nel baratro”
Sinistra e Cinquestelle vogliono la “guerra” e cercano di fomentare la piazza sul reddito di cittadinanza. Un atteggiamento vergognoso, in difesa di un sussidio che sin dall’inizio ha fatto acqua da tutte le parti. È un tentativo, il loro, di recuperare qualche consenso distorcendo la realtà dei fatti. Fratelli d’Italia ha ribadito la coerenza di della propria azione. Giorgia Meloni ha vinto le elezioni con un programma trasparente nel quale era prevista l’abrogazione del reddito. Lo ha ricordato il ministro Cirielli, lo hanno ribadito diversi esponenti di FdI, in ultimo il deputato Riccardo Zucconi: «Chi ci accusa oggi ha lasciato il Paese nel baratro. Hanno speso oltre tenta miliardi di euro senza risolvere in nessun modo il problema della disoccupazione. Non prendiamo lezioni da Pd e M5S».
Reddito di cittadinanza, l’ipocrisia delle opposizioni
In qualsiasi Paese democratico l’opposizione protesta al momento in cui si consuma un’azione che ritiene sbagliata senza farlo sette mesi dopo o cinque mesi prima. Il 1* gennaio entra in vigore la legge finanziaria, la prima del governo Meloni stilata in piena emergenza e dopo soli due mesi dall’insediamento. L’esecutivo annuncia che a fine luglio il reddito di cittadinanza sarà sospeso per chi è in grado di lavorare; mentre sarà assicurato il sostegno alle persone fragili. Le opposizioni? Mute. Arriva la data fatidica, preannunciata con “appena” sette mesi di anticipo e si scatena il putiferio da parte di chi era stato in religioso silenzio. Ma siccome in Italia, per citare Ennio Flaiano, la situazione è perennemente “tragica ma non seria”, le stesse opposizioni, guidate da un sindacato di sinistra massimalista come la Cgil, aderiscono allo sciopero generale proclamato (stavolta si, in anticipo…) per l’autunno contro la legge finanziaria che sarà approvata il 31 dicembre(!). Verrebbe da ridere o da piangere se non parlassimo di fatti politici rilevanti.
Reddito di cittadinanza, un vero e proprio bancomat elettorale
L’alzata di scudi delle opposizioni, tardiva e strumentale, si acuisce quando il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, chiede una commissione di inchiesta sul comportamento osservato dall’Inps, guidata per tutto l’arco dell’erogazione del reddito da un esponente diretto dei cinquestelle, Pasquale Tridico(in procinto , pare, di candidarsi alle elezioni europee con i pentastellati). Foti chiede legittimamente conto dei controlli (non effettuati evidentemente a sufficienza) da parte dell’istituto di previdenza contro le tante truffe collegate alla misura assistenziale. Migliaia di arresti e di denunce in tutta Italia, centinaia di appartenenti ai clan mafiosi beneficiari di una misura da cui sarebbero dovuti essere stati esclusi, decine di milioni di euro sottratti all’erario. Un bancomat elettorale per i Cinquestelle, non a caso in grado di raggiungere cifre esorbitanti nel meridione alle ultime elezioni politiche. Si alza la polvere dell’indignazione contro l’esponente di FdI, reo di avere semplicemente chiesto conto di fatti evidenti a tutti.
Le bugie della sinistra e l’aiuto a chi è in difficoltà
Chi non può lavorare per limiti d’età o disabilità e chi ha situazioni di povertà riceverà un assegno mensile di 500 euro. Il governo ha introdotto poi un contributivo previdenziale e a determinate condizioni per i datori di lavoro privati che dovessero assumere i beneficiari della misura. Anche ai patronati, alle associazioni senza fini di lucro e agli altri enti di mediazione sarà riconosciuto, per ogni persona con disabilità assunta a seguito dell’attività da loro svolta, un contributo compreso tra il 60 e l’80% di quello riconosciuto ai datori di lavoro.
Ancora, per quanto riguarda i soggetti tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta e parte di nuclei familiari che non percepiranno il primo sostegno, nonché quelli che ne fanno parte ma non sono calcolati nella scala di equivalenza, l’esecutivo ha introdotto un contributo diverso. L’obiettivo di quest’ultimo è quello di sostenere il percorso di inserimento lavorativo, anche attraverso la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive. E poi, la social card per un sostengo immediato alle fasce più deboli.
La trasparenza della campagna elettorale e il no al reddito di cittadinanza
Giorgia Meloni non ha fatto una promessa, una in campagna elettorale, smentita successivamente. Ha detto a chiari lettere che la situazione del Paese imponeva serietà e priorità, senza mai togliere il sostegno alla povertà nella gerarchia degli obiettivi di governo. Ha definito il reddito una misura inutile e assistenziale, probabilmente perdendo voti ( specie al Sud). Ha agito con trasparenza. L’ultimo pensiero va rivolto al sindaco Gualtieri, anche lui salito sul carro dei contestatori dell’ultima ora: vedendo come è ridotta Roma il silenzio, forse, sarebbe stata la strada migliore da percorrere.