Salario minimo, Meloni: “Aperta al confronto, ma rischia di creare problemi. Funziona come slogan”

25 Lug 2023 11:18 - di Eleonora Guerra
salario minimo meloni

Le perplessità intorno a un salario minimo fissato per legge restano tutte, ciononostante Giorgia Meloni conferma la disponibilità a un confronto che possa dare risposte innanzitutto ai lavoratori più esposti, poiché non coperti dai contratti collettivi. Nel corso di una lunga intervista con Rtl 102.5, il premier ha ribadito la linea sempre tenuta dal governo, rivelando anche di essere “incuriosita dall’opposizione”, che è stata “al governo per 10 anni” e “scopre che c’è il problema del salario e del precariato e lo considera un problema del governo che c’è da nove mesi e non delle politiche precedenti”.

Meloni: “Il salario minimo funziona come slogan, ma nell’applicazione rischia di creare problemi”

“Si figuri se qualcuno che ha l’obiettivo di abbassare le tasse sul lavoro non capisce il problema dei salari in Italia”, ha chiarito il premier alla trasmissione Nonstopnews. Dunque, ha aggiunto, “voglio tranquillizzare tutti, nessuno più di me si rende conto di quanto il problema sui salari c’è, noi ci abbiamo lavorato”. Epperò, ha avvertito Meloni, “il salario minimo è un bel titolo, funziona come slogan, ma nella applicazione rischia di creare problemi”. Per questo “ho dubbi”.

Il premier apre al confronto, ma conferma tutti i suoi “dubbi” sulla misura

Il premier quindi ha spiegato che “se noi immaginiamo un salario minimo a 9 euro, ci sono dei contratti collettivi nazionali che prevedono un salario più alto e quindi diventa un problema al ribasso sul salario dei lavoratori”. La necessità, quindi, è quella di “trovare una soluzione per quei lavoratori che non sono coperti dai contratti collettivi, senza abbassare il salario agli altri”. Il premier, comunque, ha confermato di essere interessata al confronto costruttivo con l’opposizione. “Ho letto gli appelli di Calenda, c’è una opposizione che si pone in modo responsabile, serio, garbato, non pregiudiziale. È giusto dare un segale, indipendentemente dal fatto che poi troveremo una soluzione al problema. Apriremo il confronto e cercheremo di capire se c’è una soluzione”, ha assicurato.

Lo sciopero della Cgil? “È pregiudiziale, il merito non c’entra. Io sono tranquilla”

Di “opposizione pregiudiziale”, invece, Meloni ha parlato a proposito dello sciopero generale lanciato dalla Cgil per l’autunno. È “contro la legge di bilancio quando ancora la legge di bilancio non c’è”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, chiarendo che questo “mi tranquillizza. Tutti possono vedere come non ci sia una opposizione nel merito, ma figlia di un pregiudizio, che rispetto ma di cui almeno non devo preoccuparmi più di tanto nel merito”.

Avanti con le riforme, a partire dal fisco

Meloni, quindi, che ha scherzato sulla durata del governo augurandosi di “avere il fisico”, perché “è una maratona e su questi ritmi non lo so: sono stati mesi intensi”, ha ribadito che l’azione dell’esecutivo non si ferma, ricordando che “nelle prossime due settimane attendiamo la riforma generale del fisco, attesa da decenni, con l’obiettivo di intervenire in tutti gli ambiti del sistema: da una parte vogliamo abbassare le tasse e dall’altra parte vogliamo costruire un rapporto diverso, di fiducia reciproca, tra fisco e contribuenti”. “Saremo molto rigidi – ha chiarito – in tema di lotta all’evasione fiscale, lavorando sulla fiducia”. Avanti anche con le riforme costituzionali: “Io continuo a essere convinta della necessità di una riforma costituzionale che permetta agli italiani di decidere chi governa e chi vince un’elezione deve poter governare 5 anni”.

“Nessun baratto per Zaki: continuiamo a cercare verità e giustizia per Regeni”

Quindi, alcune riflessioni sui temi al centro del dibattito politico di questi giorni: Patrick Zaki e il voto in Spagna. “Le polemiche non mi interessano, si fanno su qualsiasi cosa. Sono solo felice perché il caso si è risolto, per Zaki, per chi si è battuto per lui. Non c’è nessun baratto, con lo stesso spirito cerchiamo verità e giustizia per il caso Regeni”, ha ribadito Meloni, aggiungendo che con l’Egitto “la strategia utilizzata in precedenza era sbagliata, quella usata dalla sinistra. Un atteggiamento di superiorità con cui è difficile ottenere risultati”. “La differenza è stato un approccio del governo mai con superiorità e paternalistico. Noi ci confrontiamo da pari a pari, con rispetto. Questo nuovo approccio ha portato ad una apertura con l’Egitto”, ha spiegato la premier.

Meloni: “Il risultato di Vox era atteso. La sinistra italiana mi fa sorridere”

Quanto alla Spagna, Meloni ha chiarito che “il risultato di Vox era attesto nell’attuale contesto”. “Ho letto molte ricostruzioni, non si conosce bene il sistema spagnolo. Si sapeva che Vox avrebbe contratto gli eletti e che sarebbe cresciuto il Pp”, ha aggiunto, sottolineando che “il dato è che il centrodestra cresce molto, è attorno al 45%, come in Italia è trainato da FdI, lì dal Pp. Vox tiene”. “Mi fa sorridere la sinistra italiana che si consola con il pareggio della sinistra spagnola al governo”, ha quindi chiosato il premier, che ha chiarito che anche sulle europee si assiste a “ricostruzioni che mi paiono campate in aria”, ricordando che “si vota tra un anno”. “Il mio obiettivo – ha aggiunto – è quello di far crescere la famiglia dei Conservatori europei, dei quali sono presidente”.

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