Salario minimo, si torna in Commissione: Pd e M5S all’angolo. Rizzetto: “Basta propaganda”

25 Lug 2023 8:49 - di Sveva Ferri
salario minimo

Sul salario minimo si arriva al giorno della possibile svolta: oggi in Commissione Lavoro è atteso il voto sugli emendamenti o, per andare al sodo, sull’emendamento soppressivo presentato dalla maggioranza per raddrizzare la strada su una misura insostenibile, dato che la proposta di legge delle opposizioni è priva delle necessarie coperture finanziarie. Dopo giorni di dibattito e braccio di ferro, resta ancora incerto ciò che accadrà, sebbene nelle ultime ore abbia preso quota l’ipotesi che non si voti, a beneficio dell’approdo diretto in Aula giovedì che favorirebbe il rinvio a settembre. Il presidente della Commissione Lavoro, Walter Rizzetto, è tornato a lanciare un appello alle opposizioni, affinché la smettano con le guerre di posizione e riportino la discussione sul piano del confronto politico costruttivo.

Rizzetto alle opposizioni: “Accolgano la nostra proposta di dialogo”

“Per l’ennesima volta, come presidente della commissione Lavoro e rappresentante del centrodestra, ho avanzato alle opposizioni una proposta che va verso il dialogo e il confronto sulla proposta di legge sul salario minimo: non votare nessuna emendamento ed arrivare in aula per poi approvare una sospensiva alla proposta per approfondire ancora il dibattito”, ha spiegato Rizzetto. “Il centrodestra di governo – ha aggiunto l’esponente di FdI – ancora una volta se ne fa carico per evitare lo scontro su un tema così delicato che riguarda milioni di lavoratori e per trovare una soluzione reale e non una bandierina inutile da sventola a uso e consumo della propaganda estiva”.

L’arroccamento delle minoranze rischia di affossare il salario minimo

A fronte di questa disponibilità del governo, finora, l’opposizione ha contrapposto una chiusura totale, pretendendo il ritiro dell’emendamento soppressivo e la discussione immediata sulla propria legge. Un arroccamento che non può che portare all’affossamento della proposta, perché il pallino sul rinvio è nelle mani di chi l’ha presentata, dunque dell’opposizione. Da qui la necessità del centrodestra di mantenere sul tavolo l’emendamento soppressivo, su una legge che comunque finirebbe bocciata dalla Commissione Bilancio.

L’altolà del centrodestra alla propaganda sulla pelle dei lavoratori

Ma, si diceva, la chiusura è fondamentalmente una guerra di posizione e propaganda da parte di chi si trova in evidente difficoltà politica. “Da parte loro ci viene risposto soltanto con la propaganda. Era mia intenzione rinviare a settembre, dato che la loro proposta prende vita da novembre 2024. C’era spazio pure per un breve ciclo di audizioni. Ma continuano a dire di no a tutto”, ha chiarito ancora Rizzetto in un’intervista al Giornale di oggi, ricordando che “noi siamo pronti a fare delle proposte davvero concrete, un ulteriore ragionamento, a partire dal taglio del cuneo fiscale o della revisione della contrattualistica collettiva” e rivendicando le ripetute mani tese al dialogo giunte dalla maggioranza.

La maggioranza a disposizione per ogni approfondimento sul salario minimo

Dunque, quali sono ora le intenzioni?, ha chiesto Francesco Boezi, che firma l’intervista. “Noi – ha ribadito Rizzetto – siamo a disposizione per approfondire un tema molto ampio, e stiamo ragionando sul da farsi. Non si chiamerà salario minimo, magari si chiamerà welfare aziendale o lavoro di cura domestica, ma noi siamo pronti a migliorare le condizioni lavorative degli italiani. Anzi, gli stipendi aumenteranno ma noi non facciamo campagna elettorale”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *