Santanchè, Bocchino zittisce la sinistra al linciaggio: “Governo compatto, opposizione a 3 velocità” (video)

6 Lug 2023 9:15 - di Giulia Melodia
Santanchè Bocchino

La giornata in cui Daniela Santanchè riferisce in Senato in merito alle vicende relative alla gestione delle sue aziende Visibilia e Ki Group, scaturite da un’inchiesta di Report, finisce nella scaletta dei programmi d’approfondimento tv. E a In Onda, il programma di politica e di attualità di La7, Italo Bocchino interviene in difesa del ministro del Turismo e rileva – argomentandole punto per punto – le lacune e le debolezze delle accuse mosse dall’opposizione. Così, rispondendo alle domande dei conduttori del talk, Telese e Aprile, sottolinea con nettezza: «Alla fine di questa giornata particolare Daniela Santanchè esce combattiva come sempre. Si è difesa con orgoglio, con coraggio, con forza, con convinzione. Poi saranno gli eventi a spiegarci che cosa accadrà e che cosa è accaduto» (clicca qui per vedere un momento della puntata di ieri in un estratto dal sito de La7).

Santanchè, Bocchino a “In Onda”: Esce combattiva, come sempre

Uno schema accusatorio, quello dell’opposizione in campo pronta all’assalto frontale, che Bocchino analizza con acume e piglio performante, e che nella sua analisi riassuntiva l’ospite di La7 commenta rilevando proprio le falle e i buchi di un approccio inquisitorio pretestuoso. Un attacco scomposto che mostra tutte le falle di una compagine disomogenea, frammentata in rivoli che vanno a confluire più che altro su plateali intenti anti-governativi. Mire concentrate sulla vittima mediatica e sulla propaganda di turno, alle prese con una vicenda giudiziaria tutta ancora da definire.

Sul ministro, «maggioranza compatta e un’opposizione a tre velocità»

Una disamina lucida e pungente, quella che Bocchino ha affrontato ieri in tv, che lo porta dunque a sintetizzare efficacemente le sostanziali e dirimenti differenze tra maggioranza e opposizione. Rilanciando: «La fotografia che io vedo è una maggioranza molto compatta vicino a Santanchè. Lo abbiamo visto dai banchi del governo che erano al completo. Mentre vedo un’opposizione, come sempre, a tre diverse velocità. Il M5S presenta una mozione di sfiducia individuale. Il Pd non presenta la mozione di sfiducia individuale, però sono disponibili a sottoscriverla e anche a votarla. Italia Viva dice “Non faremo come voi, siamo garantisti”, quindi si mettono dalla parte di Santanchè. Calenda sta con un piede di qua e un piede di là. Abbiamo una maggioranza compatta su questa vicenda e un’opposizione come sempre divisa».

L’inquisizione di sinistra predica bene e razzola male. E sulla Santanchè al Twiga…

E tra un’accusa e l’altra, Bocchino non manca di evidenziare in rosso gli errori dell’inquisizione dem. Un plotone allo sbaraglio, che predica garantismo e razzola male. Attaccando a testa bassa. Avversari pronti al linciaggio della Santanchè, ma all’attacco in ordine sparso, che non hanno esitato un momento a sferzare e colpire, mescolando in un calderone caotico immagine pubblica e tenore di vita privata del ministro. Una considerazione che porta l’ospite di Telese e Marianna Aprile a ribadire: «Chiamare la Santanché per il Twiga e poi criticarla, non è carino». Tanto più che, come aggiunge a supporto della tesi di Bocchino sull’ipocrisia e la doppia morale della sinistra, la Ghisleri ospite in collegamento sottolinea: «Vi assicuro che al Twiga io ho sempre visto gente di centrosinistra. Del M5S. Del centrodestra. E di tutte le formazioni politiche».

Santanchè, Bocchino, la stilettata finale: «Non scelgono i magistrati chi fa il ministro»

Ma l’argomento tranchant che dirime ogni dubbio e sferza ogni sentenza mediatica sulla questione è quello che Bocchino rilancia sul tavolo in un confronto al fulmicotone con Telese. Il conduttore ammicca e allude, ma si rivela a corto di frecce appuntite all’arco delle recriminazioni. Quello che Bocchino, con piglio performante sottolinea in uno dei passaggi più emblematici della discussione tv: tutto questo «non è civiltà, è barbarie. Non scelgono i magistrati chi fa il ministro».

 

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