Santanchè, gazzarra delle opposizioni: i 5Stelle presentano la sfiducia. FdI: “È un linciaggio politico”
Non sono bastati, come era prevedibile, i 40 minuti di informativa al Senato del ministro Daniela Santanchè per placare i furori giustizialisti dei 5Stelle. Il primo a parlare dopo l’esponente del governo messa alla gogna per la presunta gestione “oscura” di alcune aziende è Stefano Patuanelli. Che annuncia di aver depositato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Santanchè. Puntuale scatta il coro “Dimissioni, dimissioni” dei senatori grillino mentre l’opposizione rumoreggia e il presidente Ignazio La Russa non rinuncia all’ironia: “Lo abbiamo capito, è questa la vostra richiesta…”.
Santanchè, i 5Stelle presentano la mozione di sfiducia
Non usa il fioretto il capogruppo 5Stelle. “Non siamo un tribunale. Questa è l’Aula del Senato, i reati si discuteranno casomai altrove”, premette prima di lanciarsi in un attacco al veleno che pare grondare invidia sociale. “Ci sono tanti modi di fallire e di gestire la ricchezza. Ricordo quando in numerose trasmissioni lei attaccava quelli che chiamava i furbetti del reddito di cittadinanza”. Il clima nell’austera aula di Palazzo Madama si fa incandescente. Giuseppe Conte, come da copione, infila l’elmetto e spara a zero. “Santanchè non può rappresentare il made in Italy imprenditoriale nel mondo”, è la prima frase a effetto del leader 5Stelle. “La Santanchè fa la vittima ma le vittime sono i dipendenti non pagati” continua in un crescendo di bile fino ad augurarsi che il premier Meloni costringa il ministro alle dimissioni.
Il Pd invoca il passo indietro e aspetta
Anche il Pd invoca il passo indietro. Ma sulla mozione di sfiducia prende tempo. “Per noi vale sempre la presunzione di innocenza. Ma oggi dalla ministra risposte chiare non ne abbiamo avute. E a questo punto le chiederemo ai ministri competenti”. Così il dem Antonio Misiani che punta il dito contro una “una galleria di ombre e brutture”. “Se fosse successo a noi saremmo stati cacciati. Oggi le chiediamo di essere coerente e di rassegnare le dimissioni”. Cauto il capogruppo Francesco Boccia. “Valuteremo le mozioni che arriveranno. Dobbiamo prima leggerle”. Se ci sarà una mozione del Pd? “Quando si fa la si fa per avere ragione, se si fa per farsela respingere è un esercizio parlamentare che non ci appassiona”.
Il terzo Polo: la decisione è nelle mani del ministro
Si sfila dalla mozione grillina ma non dalla richiesta di un gesto di responsabilità da parte del ministro, che non “ha dato spiegazioni sufficienti”, Carlo Calenda. Dal Terzo Polo Enrico Borghi spiega di volersi emancipare da un passato in cui sono state chieste dimissioni anche senza avvisi di garanzia. “Diciamo che ogni valutazione è nelle mani del ministro e nelle mani del presidente del Consiglio, che si assume la responsabilità”.
Fratelli d’Italia pieno sostegno al ministro
La maggioranza delude quei cronisti alla ricerca di crepe nella solidarietà al ministro Santanchè. Con Fratelli d’Italia in prima linea. “Il quotidiano ‘Domani’ stamattina ha rivelato in prima pagina che il ministro Santanché, nonostante alla diretta interessata non risulti, sarebbe oggetto di un’indagine dei pm. Il fatto è inquietante, e lo è oltremodo per la tempestività con cui è avvenuto”, sottolinea il capogruppo di FdI al Senato, Lucio Malan, denunciando la curiosa tempistica. “Il ‘Domani’ ha infatti pubblicato la notizia nel giorno in cui il ministro Santanché è venuta in Aula del Senato per un’informativa a seguito di un’inchiesta giornalistica della trasmissione ‘Report’. Ci auguriamo che questa circostanza sia chiarita. Perché non vorremmo rivivere nuovamente gli anni in cui una certa stampa e una certa magistratura furono protagoniste di opache manovre politiche. Ed al ministro Santanchè ribadiamo la nostra piena solidarietà e fiducia”. FdI fa quadrato intorno al ministro, oggi più che mai. “Di malcostume e linciaggio politico inaccettabile”, parla anche il capogruppo alla Camera Tommaso Foti.