Ucraina, la partita sul grano. Mosca ”blinda” il Mar Nero: navi civili considerate militari
Scaduto l’accordo sul grano fra Ucraina e Russia mediato dall’Onu e da Ankara, Mosca, che lamenta la ripetuta inosservanza del patto – i cereali russi non sono stati fatti partire, come invece precedeva l’intesa reciproca con Kiev e, inoltre, il raccolto è finito solo per il 3 per cento agli affamati popoli africani – tira le conclusioni avvertendo che, a questo punto, considererà le navi che transitano nel Mar Nero verso i porti ucraini come vettori di carichi militari.
Ieri, il ministero della Difesa della Federazione Russa aveva annunciato che dalla mezzanotte, la Russia, con la conclusione dell’accordo sul grano, considererà tutte le navi che si dirigono verso i porti ucraini sul Mar Nero come obiettivi militare.
Il ministero della Difesa aveva chiarito che i paesi di bandiera di tali navi saranno considerati coinvolti nel conflitto ucraino dalla parte di Kiev.
Il portavoce del presidente del Cremlino, Dmitry Peskov ha poi precisato che “questa dichiarazione è collegata alla risoluzione dell’accordo”, poiché si era pensato che, invece, fosse collegata agli ultimi attacchi su Odessa.
Di fatto oggi i membri russi hanno lasciato il Centro di coordinamento congiunto di Istanbul in seguito al ritiro di Mosca dall’accordo sul grano, secondo il canale televisivo Trt che cita fonti del ministero della Difesa turco.
Secondo l’emittente, il ministero della Difesa turco si aspetta che l’accordo sul grano venga ripristinato.
Le agenzie competenti manterranno, infatti, i contatti con tutte le parti e funzionari del ministero hanno anche sottolineato che Ankara “non vede alternative al corridoio del grano”.
Resta il fatto che, per ora, la partita fra Ucraina e Russia si gioca sulla questione del grano e, in particolare sui porti del Mar Nero da dove sono partite, in questi mesi in cui l’accordo è restato in piedi, le navi sementiere ucraine dirette, ufficialmente, in Africa a sfamare i popoli a rischio denutrizione.
Il problema è che, due giorni fa, Oxfam, una delle organizzazioni più importanti nella battaglia contro la fame nel mondo, ha svelato come, approssimativamente, l’80 per cento del grano ucraino è stato venduto ai Paesi occidentali e solo un 3 per cento è stato destinato al Terzo mondo. Se fosse vero sarebbe gravissimo.
Da parte sua l’Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell, ha denunciato i “crudeli” attacchi russi contro infrastrutture del porto di Odessa, con la distruzione di migliaia di tonnellate di grano.
“Per la terza notte consecutiva la Russia bombarda e distrugge le infrastrutture del porto di Odessa e i depositi di grano – ha detto al suo arrivo alla riunione dei ministri degli Esteri dell’Ue. – Sono andate bruciate più di 60.000 tonnellate di grano. Non solo si ritirano dall’accordo sul grano per esportare il grano dall’Ucraina, ma lo bruciano”.
Borrell ha avvertito sui rischi di una “enorme crisi alimentare nel mondo”.
“Se questo grano non viene conservato e viene distrutto, significa che ci sarà una carenza di alimenti, di grano nel mondo”, ha aggiunto.
Secondo Borrell, “gli attacchi massicci di queste ultime tre notti richiedono una risposta da parte nostra” e “la risposta può essere solo una, retorica a parte, assicurare più risorse militari”.
“Certamente la vicenda del grano crea problemi, rischia di creare tensioni sociali, rischia di provocare la fuga da Paesi africani di persone che non possono nutrirsi nel loro Paese – ha detto stamane, a Radio24, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. – Le conseguenze ci saranno tra qualche mese. Nel giro di un paio di mesi certamente ci saranno dei rischi”.
“Accanirsi con popoli che non hanno nulla a che fare con la guerra, come sta facendo la Russia – perché se non arriva il grano nei paesi africani a pagare il prezzo sono milioni di africani che non hanno nulla a che vedere con l’Ucraina e con la Russia – è profondamente ingiusto, è disumano, è un crimine contro milioni di persone innocenti”, aggiunge Tajani.
Che infami ipocriti i paesi occidentali, falsi e pretestuosi, 20 miliardi UE per poter continuare la guerra!
Estromissione dal sistema Swift per non rinnovare l,’accordo sul grano oggetto di vendita criminale da parte degli ucraini come del resto le armi nato che finiscono ai narcos, in Messico, in Africa.
Complimenti alla civiltà occidentale!
Penso che Borrell abbia ragione da vendere, dobbiamo armare ancora di piu l’Ucraina e smetterla con le stupidate americane di non colpire obittivi in territorio russo.