Ucraina, scaduto l’accordo sull’export di grano. L’accusa di Oxfam: i poveri scippati dei cereali dai Paesi ricchi

17 Lug 2023 17:05 - di Roberto Frulli

L’accordo, mediato dall’Onu e dalla Turchia, fra Kiev e Mosca, sull’export di grano ucraino che avrebbe dovuto consentire di sfamare i Paesi poveri è scaduto oggi ma, soprattutto, è fallito nei suoi obiettivi primari denuncia Oxfam, Oxford Committee for Famine Relief, la Confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo nel mondo.

Oxfam parla, senza mezzi termini, di “grande inganno dell’accordo sul grano”. E sventola i numeri scioccanti di un’operazione vergognosamente fallimentare: i Paesi ricchi si sono accaparrati l’80% del grano e dei cereali usciti dall’Ucraina, mentre agli Stati più poveri e colpiti dalla crisi alimentare, che dovevano essere sfamati con quei cereali, è andato appena il 3%.

“L’accordo che ha consentito di riprendere le esportazioni di cereali dall’Ucraina ha certamente contribuito a contenere l’impennata dei prezzi alimentari – aumentati comunque del 14% a livello globale nel 2022 – ma non ha rappresentato la soluzione alla fame globale che oggi colpisce almeno 122 milioni di persone in più rispetto al 2019 – ha denunciato Francesco Petrelli, policy advisor sulla sicurezza alimentare di Oxfam Italia. – Centinaia di milioni di persone soffrivano la fame prima che la Russia invadesse l’Ucraina e centinaia di milioni continuano a soffrire la fame oggi: 783 milioni in totale l’anno scorso, secondo i recentissimi dati Fao. Paesi come il Sud Sudan e la Somalia, a cui è andato appena lo 0,2% del grano ucraino dall’entrata in vigore dell’accordo, sono ad un passo dalla carestia. Tutto questo è semplicemente vergognoso e descrive un mondo in cui la disuguaglianza di accesso al cibo continua a crescere sempre di più invece che diminuire”.

Secondo l’Alto Rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, invece, la decisione della Russia di “rifiutare di prolungare l’accordo” sull’esportazione del grano dei belligeranti attraverso il Mar Nero è “completamente ingiustificata” e il Cremlino “usa la fame dei popoli come arma”.

Come Ue, aggiunge Borrell, “faremo tutto il possibile, attraverso i corridoi solidali, per rendere disponibile il grano ucraino ai popoli” che ne hanno bisogno, conclude.

Con la mancata proroga dell’accordo verranno a mancare dai mercati mondiali ben 32,8 milioni di tonnellate di grano, mais e olio di girasole che sono partiti dai porti Ucraini del Mar Nero nell’anno di attuazione dell’intesa, stima Coldiretti.

Quello che abbiamo visto con la continua fornitura di grano da parte dell’Ucraina, malgrado sia soggetta a bombardamenti continui, è la possibilità che quel grano continui a nutrire il mondo”, dice la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, a Bruxelles a margine del summit Ue-Celac.

“Mi rammarico per l’annuncio odierno della Russia” sull’iniziativa sui cereali del Mar Nero, di cui hanno “beneficiato milioni di persone in tutto il globo. Sostengo gli sforzi del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres per ottenerne la proroga”, aggiunge il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, via social.

La sospensione dell’accordo “metterà in pericolo la sicurezza alimentare e l’accesso delle popolazioni di tutto il mondo alle forniture di cereali e di fertilizzanti”, conclude Michel.

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen “condanna con forza la mossa cinica della Russia di mettere fine all’iniziativa sul grano del Mar Nero, malgrado gli sforzi dell’Onu e della Turchia”.

L’Ue, assicura la presidente via social, “lavora per assicurare la sicurezza alimentare per i più vulnerabili nel mondo”.

I corridoi Ue di solidarietà “continueranno a portare prodotti agroalimentari fuori dall’Ucraina, sui mercati globali”, conclude von der Leyen.

In una conferenza stampa prima di partire per una missione nel Golfo, il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha svelato che ministri degli Esteri di Turchia e Russia, Hakan Fidan e Sergei Lavrov, discuteranno dell’accordo sul grano nel corso di un colloquio telefonico ma, secondo Erdogan, “nonostante l’annuncio di oggi” del Cremlino sulla fine dell’accordo sul grano, “credo che il presidente russo Putin voglia che questo ponte umanitario continui”.

“Parlerò con Putin non appena tornerò dal mio viaggio. Parleremo di tutto questo in Turchia ad agosto”, ha aggiunto Erdogan, riferendosi alla visita del leader russo in programma il mese prossimo.

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