Ue, il voto sulla legge per la natura ha messo in crisi la maggioranza Ursula. FdI: l’alternativa è possibile
Il voto al Parlamento europeo sulla legge per il ripristino della Natura ha mandato in pezzi la maggioranza Ursula. Solo la defezione di 21 esponenti del Partito popolare europeo, infatti, ha salvato la discussa legge, mentre i membri del centrodestra divisi tra Ppe (Forza Italia), Ecr (Fratelli d’Italia) e Id (Lega) hanno votato compatti per affossare la legge.
Procaccini: possibile una maggioranza alternativa alla maggioranza Ursula
“La buona notizia è che questa legge” sul ripristino della natura “dimostra che si stanno facendo le prove generali per una maggioranza politica alternativa all’attuale. Perché questa convergenza che ha sfiorato la metà più uno dei deputati ci fa presupporre che ci sono buone prospettive, per il Parlamento europeo che verrà, di una maggioranza con sensibilità diverse rispetto a quella attuale. Su questo chiameremo a raccolta gli elettori, i cittadini d’Italia e di tutta Europa, perché un’altra Unione europea è possibile e noi la realizzeremo”. Così ha commentato il voto sulla legge sulla natura il copresidente del gruppo Ecr, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini. Ancora, secondo Procaccini, la legge sul ripristino della natura è figlia del Green Chic non del Green Deal, un testo fatto da persone che dalle loro Ztl parlano di natura senza mai averci messo piede”.
Fidanza: il Ppe ha preso consapevolezza di scelte sbagliate
Per il capodelegazione di FdI Carlo Fidanza il voto sulla legge è un momento importante perché, dopo tanti anni, è emersa una consapevolezza da parte del Ppe rispetto a delle scelte che sono state sbagliate fino ad oggi e “noi siamo lieti che sia emersa questa consapevolezza, se vogliamo un po’ tardivamente”. “Noi – ha aggiunto Fidanza – fin dall’inizio di questa legislatura abbiamo contestato i paradigmi, i pilastri del Green deal che abbiamo sempre considerato una normativa troppo ideologizzata e troppo penalizzante nei confronti di chi fa impresa, non solo nel mondo rurale, ma anche in tanti altri settori. E il fatto che sia finalmente emersa questa sensibilità ci fa ben sperare per il futuro”, ha precisato ancora Fidanza. “Ricordo – ha detto ancora – che ieri abbiamo avuto un altro voto importante dove invece abbiamo vinto, salvando gli allevamenti e il settore zootecnico dall’improvvida estensione della direttiva sulle emissioni industriali ad un settore che nulla c’entra con le emissioni industriali. Quindi ci sono segnali da leggere in bianco e nero ma che ci danno molto ottimismo per la prossima legislatura e speriamo anche per i prossimi mesi”.
Berlato: tutela ambientale e imprese devono convivere
L’eurodeputato di FdI Sergio Berlato afferma che la destra “sta combattendo contro questa deriva ambientalista che ha preso la Commissione e che ha annoverato una serie di risultati negativi, come quello delle case green, che comporta che i possessori di casa, e in Italia sono più del 60%, siano costretti ad ammodernare dal punto di vista dell’efficientamento energetico le loro abitazioni, e quindi costringono i privati a sborsare dai 50 ai 60mila euro pena l’esclusione dal mercato di queste abitazioni, ovvero non possono né affittare né vendere, e questo è un salasso economico per le famiglie, che magari hanno ereditato le abitazioni”. Berlato ha ricordato anche il provvedimento che riguarda l’eliminazione in Europa dei motori diesel e benzina “legandoci a forniture di batterie elettriche che vengono dalla Cina, che ha il 90% del mercato. E poi c’è quello sulla carne sintetica, che ha un approccio che non condividiamo perché eliminerebbe le produzioni di carne delle
nostre imprese in Europa per legarsi alle forniture di poche aziende che deciderebbero a che condizioni fornirla, con indici di salubrità che sono da dimostrare”. “La tutela dell’ambiente – ha concluso – è una battaglia che noi condividiamo come priorità, ma si deve coniugare con lo sviluppo del territorio e le esigenze del mondo imprenditoriale, che devono convivere in maniera intelligente”.
Tornando sul voto sulla legge sulla Natura l’europarlamentare di FdI Pietro Fiocchi ha spiegato: “Non dovevamo penetrare il fronte liberale, sono piuttosto i liberali che si sono spaccati, anzi non si sono spaccati a sufficienza per ottenere la metà più uno, ma essendoci stati soltanto 12 voti di differenza, se voi sommate i tre gruppi Ppe, Id ed Ecr vi accorgete che se non ci fosse stato anche il contributo di qualche deputato di Renew non avremmo ottenuto il risultato che abbiamo ottenuto”.