Ue, la sinistra approva la legge beffa “sulla natura”: Greta festeggia, agricoltori disperati
Una legge “beffa”, che paralizza il settore dell’agricoltura e rischia di creare un effetto “recessivo” su tutto il mercato, nel nome dell’ecologismo di facciata. La plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo ha approvato la cosiddetta “legge sul ripristino della natura” respingendo la mozione di rigetto della posizione negoziale sul regolamento che era stata presentata dalla commissione Ambiente. La mozione di rigetto presentata dal Ppe e dalla destra, che puntava a una nuova mediazione con la commissione e la maggioranza, è stata respinta con 324 voti contro 312, e 12 astenuti. L’Aula è passata a votare gli emendamenti al testo, poi approvato, sotto lo sguardo dell’attivista Greta Thunberg che ieri aveva protestato con i membri di Fridays for future contro il Parlamento europeo, che sembra intenzionati a votare no alla legge sul Ripristino della Natura.
La legge sulla “natura” approvata dalla Ue con la benedizione di Greta Thunberg
La legge approvata rende la protezione della natura e il ripristino degli habitat europei un obbligo di legge. Punta, infatti, a servirsi dello strumento legislativo per il ripristino degli ecosistemi degradati e per fermare la perdita di biodiversità. Tra gli obiettivi c’è anche quello di combattere il cambiamento climatico e di ripristinare entro il 2030 almeno il 20% delle superfici terrestri e marine dell’Unione e il 15% dei fiumi nella loro lunghezza. Inoltre, sempre entro il 2030, prevede la realizzazione di elementi paesaggistici ad alta biodiversità su almeno il 10% della superficie agricola utilizzata. Tutti elementi che rischiano di gravare in modo insostenibile sulle imprese e di penalizzare pesantemente il mondo dell’agricoltura. E’ una legge che parte da buoni propositi e rischia di fare danni infiniti.
L’imbarazzo di Weber (Pe) sul voto dell’aula
Non a caso, fino all’ultimo, il presidente e capigruppo del Ppe Manfred Weber, che si è unito alla protesta degli agricoltori, aveva ammonito il commissario Timmermans a fermarsi e a “ritirare la bozza di legge sul ripristino della natura”. “Prendiamo il tema della biodiversità molto seriamente ma questa legge è pericolosa per i cittadini e le imprese”, ha aggiunto davanti ai trattori delle sigle sindacali degli agricoltori, che stamattina si sono raccolte per bloccare l’ingresso del Parlamento europeo a Strasburgo
Agricoltori sul piede di guerra anche in Italia
Il Copa-Cogeca, sindacato degli agricoltori e delle cooperative agricole europee, sostiene che la legge ridurrebbe le aree destinate alle attività agricole, forestali e orticole. “Ridurremmo di fatto la nostra capacità di produrre cibo e saremmo più esposti alle importazioni che noi e tante Ong e organizzazioni considerano rischiose. Vogliamo produrre cibo per i cittadini europei e questa legislazione minaccia seriamente questo obiettivo del nostro settore”, ha detto nei giorni scorsi il segretario generale dell’ente, Pekka Pekkonen.
Reazioni negative anche dall’Italia. “Al di là dell’esito del voto odierno, il messaggio lanciato dal Parlamento europeo non va fatto cadere. Occorre imboccare una strada diversa da quella proposta dalla Commissione per una maggiore sostenibilità ambientale e una più rigorosa protezione delle risorse naturali”, è il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito del voto dell’Assemblea dell’Europarlamento che ha respinto il rigetto della proposta di regolamento della Commissione sul ripristino della Natura.
“Gli obiettivi da conseguire”, sottolinea Giansanti, “sono fuori discussione, ma non possono essere perseguiti secondo le indicazioni della Commissione basate su vincoli e divieti, senza considerare inoltre le differenze degli assetti produttivi a livello nazionale”.
“In una fase in cui si discute di sicurezza alimentare a livello globale, il progetto legislativo della Commissione determinerebbe una riduzione della superficie agricola del 10%. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre un milione di ettari, con una perdita di produzione nell’ordine di 6 miliardi di euro”, prosegue il presidente di Confagricoltura, che conclude: “Su questa base, il trilogo tra le istituzioni per raggiungere l’intesa finale non sarà agevole. La partita, dunque, resta aperta considerando che non siamo lontani dalla conclusione della legislatura europea”.