Via della Seta, botta e risposta tra Crosetto e Cina. Il ministro: «Per l’Italia nessun vantaggio»

31 Lug 2023 20:29 - di Redazione
Crosetto

È un vero botta e risposta quello tra il ministro Guido Crosetto e la diplomazia cinese sulla Via della Seta. Un botta e risposta innescato da un’intervista al Corriere della Sera, in cui il ministro della Difesa ha sparato alzo zero contro quel progetto, definendo «un atto improvvisato e scellerato» la scelta di aderirvi da parte dell’allora governo Conte. Parole nette che hanno immediatamente scatenato la reazione di Pechino. «Esplorare ulteriormente il potenziale dell’accordo sulla Via della Seta è in linea con gli interessi di Cina e Italia», ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Popolare.

Il portavoce del ministro degli Esteri cinese: «Buoni risultati»

La nota del portavoce fa riferimento a non meglio precisati «risultati pratici nell’economia, nel commercio e nella cooperazione tra imprese». In ogni caso, non hanno indotto Crosetto all’auspicato dietrofront. Tutt’altro. Intervenendo a PiazzAsiago, il ministro ha infatti rincarato la dose. «L’interesse – ha replicato a sua volta – c’è quando la cosa si vede, l’interesse c’è quando c’è reciprocità e un vantaggio comune. Io considero la Via della Seta un errore che non ci ha portato alcun beneficiovantaggio commerciale». Crosetto non è l’unico ministro a manifestare forti perplessità sull’utilità per il nostro Paese di aver sottoscritto il memorandum.

Controreplica di Crosetto: «Un errore firmarlo»

Ai tempi del governo Draghi, era stato infatti il leghista Giancarlo Giorgetti a cercare di depotenziare l’accordo. Comprensibilmente più improntata a cautela, invece, la posizione di  Giorgia Meloni. Il premier si è riservata di decidere una volta conclusa l’analisi costi-benefici degli impegni contenuti nel memorandum. Avrà tempo fino al 30 novembre prossimo, data in cui bisognerà comunicare a Pechino l’eventuale disdetta dell’accordo. È tuttavia un fatto che l’Italia non ha ricevuto alcun vantaggio dall’adesione alla Via della Seta. Un’analisi del Corriere della Sera sembra infatti dar ragione a Crosetto. Vi si legge che nel 2022, l’88 per cento degli investimenti cinesi in Europa hanno premiato Regno Unito, Francia, Germania e Ungheria, nessuno dei quali aveva protocollo.

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