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Brasile

A Lula non riesce la depenalizzazione delle droghe: Corte Suprema senza maggioranza

Esteri - di Roberto Garritano - 25 Agosto 2023 - AGGIORNATO 25 Agosto 2023 alle 19:23

ll dibattito sulla depenalizzazione delle droghe leggere, in Brasile, sta dividendo le opinioni all’interno della Corte suprema: al momento il punteggio è di 5 voti a favore e uno contrario (i componenti sono undici in tutto).  Ma il voto contrario è una sorpresa, perché si tratta proprio di Cristiano Zanin, ex avvocato del presidente progressista Luiz Inacio Lula da Silva e da questi recentemente nominato come nuovo membro dell’Alta Corte.

Il dibatto in Brasile alla Corte Suprema

All’inizio della sessione, il giudice decano della Corte Suprema, Gilmar Mendes, ha rivisto il suo voto sostenendo che solo il possesso di marijuana dovrebbe essere depenalizzato (e non tutte le droghe, come aveva proposto nel 2015, quando il caso cominciò ad essere giudicato). Il parere è stato seguito dai colleghi Edson Fachin, Luís Roberto Barroso, Alexandre de Moraes e dal presidente della Stf, Rosa Weber. Il processo è stato nel frattempo sospeso dal giudice André Mendonça (nominato dall’ex presidente di destra Jair Bolsonaro), che ha chiesto più tempo per analizzare la questione. La maggioranza dei giudici ha nel frattempo concordato sulla necessità di fissare parametri oggettivi per differenziare i consumatori di marijuana dagli spacciatori.

Il fallimento della depenalizzazione

Da decenni la sinistra (che però quando è maggioranza non approva mai le leggi che invoca dall’opposizione) propugna la liberalizzazione delle droghe, almeno quelle definite “leggere”, e cioè la cannabis. La tesi è che la legalizzazione sottragga il grande business alle mafie e non produca danni ai consumatori. Il primo argomento è smentito dalle variazioni che ha subito il mercato delle droghe in generale. La cocaina, negli anni ottanta e novanta considerata la droga dei ricchi, oggi costa circa 20 euro a dose. Il che significa che le mafie sono sempre pronte ad abbassare i prezzi. La seconda motivazione è che definire “leggere” sostanze che alterano il comportamento è antiscientifico. Anche i brasiliani stanno capendo l’assurdità di un’operazione che è solo ideologica.

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di Roberto Garritano - 25 Agosto 2023