Beatrice Venezi le suona anche a Elodie: “Usa il corpo femminile in modo poco elegante”
In tutti i modi l’intervistatore cerca di farla cadere nella trappola del nostalgismo fascista, lei che oltre ad avere la giovanissima età dalla sua parte ha anche le idee molto chiare su come declinare, da donna, la propria sensibilità di destra. Oggi, sulla Stampa di Torino, Beatrice Venezi parla a lungo di sè, delle sue conquiste musicali e professionali, del suo modo di vivere quella che il giornalista definisce “l’immortale e controversa triade: Dio, patria e famiglia”, ma anche di come non essere subalterni a un certo modo di interpretare l’universo femminile da parte della sinistra. No all’utero in affitto, sì ma con realismo al “Me Too”, stoccate velenose a cantanti, come Elodie, che interpretano la militanza politica e il femminismo senza dispensare un’ostentazione molto poco intellettuale del proprio “corpo di donna”. Accuse già mosse anche a Chiara Ferragni…
Beatrice Venezi, il fascismo e il corpo di Elodie
Maestro, che cosa vuole dire essere di destra a 33 anni?, le viene chiesto a bruciapelo. «Vuole sapere se sono fascista? Può andare a rileggere quello che ho detto e scritto nella mia vita, non troverà niente che si avvicini anche solo vagamente alla prevaricazione sull’altro, all’omofobia o al fascismo», è la risposta del direttore d’orchestra, talento della musica italiana, attaccata spesso e volentieri per la sua “amicizia” con Giorgia Meloni.
La destra? Beatrice Venezi la descrive meglio di come farebbe un politico. «Eccome se mi riguarda. Così come mi riguarda la memoria storica, che però non ha nulla a che vedere con il presente. Oggi essere di destra significa essere conservatori. Dio, patria e famiglia. Io ci credo. Vado a messa. Sono praticante. Nei secoli il cristianesimo ha prodotto anche tanti guai, ma oggi è una delle religioni più tolleranti e accoglienti». Dalla religione alla musica. Vasco Rossi o Ultimo, chi preferisce? «Vasco». Muti o Piovani? «Muti». Taylor Swift o Elodie? «Taylor Swift». E qui casca l’asino. La stoccata è in punta di bacchetta, nei confronti della cantante italiana. «Mi sembra che Elodie, con il suo atteggiamento, dia una rappresentazione poco elegante del corpo della donna. Posso dirlo?». E il “Me Too”? «Le molestie ci sono. Io ho subito al massimo marpionaggio. Ma ho sempre mandato messaggi chiari. All’ultimo invito a cena che ho ricevuto ho risposto: bella idea, aspetta che chiamo il resto del cast».
Le polemiche per le sue idee politiche: “Non faccio nulla per provocarle”
“Le polemiche. Le trovo. Anche senza fare niente…. Nel nostro Paese dovremmo imparare a scindere l’arte e la cultura dalla politica. Perché dovrei astenermi dal dirigere un brano di Puccini non eseguito per decenni perché bollato ingiustamente come produzione di regime?». L’Inno a Roma era la colonna sonora dei comizi di Almirante. «Lo so. E allora? Se facciamo passare il principio che chiunque si appropri di un’opera ne distrugge il valore artistico non facciamo più nulla. Mi piacerebbe dire che è progressista ma non so quanto lo sia nel promuovere certe cose. Penso all’utero in affitto…».