Caivano attende la visita del premier Meloni. Dopo le minacce, per ora non c’è traccia di contestazioni
Grande attesa a Caivano, manca poco all’attesa visita del premier Giorgia Meloni, mercoledì raggiunta da minacce social. La situazione è tranquilla, non c’è traccia di protesta. È chiaro che sia stato disposto tutto per garantire la sicurezza con gli agenti mentre un elicottero sorvola i casermoni del Parco Verde, il rione ‘teatro’ degli abusi ai danni di due ragazzine di appena 11 e 12 anni.
Meloni a Caivano, blindato il Parco Verde dall’alba
Stando al programma, la premier – attesa stasera ad Atene per una cena con il primo ministro Kyriakos Mitsotakis – dovrebbe vedere prima don Patriciello: il parroco che l’ha invitata a recarsi a Caivano. Poi visitare la scuola a due passi dai casermoni tinti di verde che danno il nome al quartiere finito più volte al centro delle cronache nazionali. Per ora a Caivano non c’è traccia di contestazioni. Si respira solo curiosità e attesa per la missione coraggiosa della premier, annunciata lunedì scorso in consiglio dei ministri. Alta la presenza dei media, tanto che nei bar -dove sono finite tutte le sfogliatelle, tipico dolce napoletano- si scherza: “Meloni? C’ha fatt venner tutt cos”.
Minacce infami alla premier
E’ blindato dall’alba il Parco Verde di Caivano dove si recherà la premier. Le strade del quartiere sono state transennate e gli accessi al quartiere sono presidiate da decine di uomini delle forze dell’ordine. Si sono moltiplicati i messaggi di solidarietà bipartisan al presidente Meloni per le ignobili minacce. “Non mi farò iintimidire”. C’è molto riserbo sul possibile incontro di una madre di una delle due giovani vittime con il premier. Intanto l’Adnkronos ha potuto segnalare due approcci diversi e distanti al riguardo. Mentre il legale di una delle due vittime degli abusi, Angelo Pisani, trova il tempo di polemizzare per il possibile mancato incontro tra la madre di una delle due ragazzine e Meloni. L’altra famiglia evita atteggiamenti inopportuni e mantiene un contegno sobrio, soprattutto in un momento in cui la premier è stata oggetto di pesanti minacce. “Se l’incontro non si terrà – dice l’avvocato Clara Niola, che difende una delle due vittime – ci saranno questioni di ordine, di sicurezza e sociali che non lo consentono. Questa è la mia personale lettura, al netto del mio lavoro. Se non si terrà oggi, non è detto che l’incontro non si terrà in futuro”.