Caro voli, l’arroganza dell’Ad di Ryanair contro il governo. Ma il Mimit smaschera la speculazione

9 Ago 2023 20:59 - di Adriana De Conto
Ryanair

Per contrastare il galoppante fenomeno del caro-voli registrato di recente, il governo ha inserito all’interno del Dl asset-investimenti anche una misura specifica. Mirata proprio a bloccare la fissazione dinamica delle tariffe da parte delle compagnie aeree. Nel corso del Consiglio dei ministri è stato inoltre deciso di applicare una stretta sugli algoritmi che stabiliscono i prezzi. Tali misure hanno suscitato la reazione scomposta dell’amministratore delegato di Ryanair Eddie Wilson, al quale escono parole grosse, arrivando addirittura a minacciare; dicendosi certo che l’Unione europea provvederà a cancellare la misura dell’esecutivo. Il Governo italiano – sbraita l’ad- “non poteva né doveva intervenire. Il decreto, non capisco da dove arrivi, è in netto contrasto con il regolamento 1008 dell’Unione europea che lascia le compagnie libere di fissare i prezzi. Per questo l’Europa spazzerà via le norme italiane, colpevoli di interferire con il mercato”. Lo ha affermato in un’intervista a ‘La Repubblica’ .

Caro voli, l’arroganza dell’ad di Ryanair contro il governo

Parole inaccettabili sotto ogni punto di vista. L’arroganza e la mancanza di rispetto dei ruoli lasciano basiti. Non tarda ad arrivare la risposta ufficiale del Mimit, il ministero delle imprese e del made in Italy guidato da Adolfo Urso: “Stupiscono le dichiarazioni dell’Ad di Ryanair circa l’inesistenza di meccanismi di profilazione. Sull’uso della profilazione nella vendita dei biglietti aerei sono disponibili ampie evidenze. Riportate da prestigiose riviste internazionali. E l’America, e dunque ‘non lo Stato sovietico’ (come aveva strillato l’ad di Ryanair, ndr) , indaga il fenomeno già da molti anni. Rimaniamo disponibili ad un confronto sereno e costruttivo per raggiungere soluzioni equilibrate per passeggeri e compagnie”. Badando a un elemento imprescindibile: “I diritti degli utenti; in particolar modo quelli di tutte le aree meno soggette alla concorrenza perché non raggiungibili con altre forme di trasporto”. E’ quanto riferiscono fonti del ministero delle Imprese e del Made in Italy commentando le dichiarazioni sopra le righe del Ceo di Ryanair, Eddie Wilson in merito alla misura prevista nel Dl Asset per far fronte al caro voli.

La replica del Mimit: “Il libero mercato non c’entra in questa vicenda”

E poi un’altra “stoccata”: “Il libero mercato in questa vicenda” del caro voli c’entra “poco o nulla”; mentre “sembra entrarci molto la speculazione causata dalla scarsa concorrenza. E il mancato contrasto ai comportamenti distorsivi della normale dinamica domanda-offerta”. E’ quanto riferiscono fonti del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Che così aggiungono. Nel dicembre scorso “è stata infatti avviata una indagine dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha interessato i voli verso Catania e Palermo a ridosso delle festività natalizie, operati tra l’altro da Ryanair. Il Garante della concorrenza nell’atto di avvio dell’indagine ha indicato come l’incremento, in alcuni casi del 700% dei prezzi dei biglietti aerei verso Catania e Palermo, possa essere frutto di un comportamento collusivo tra i vettori aerei; facilitato dall’utilizzo di algoritmi di prezzo”.

Aumenti abnormi

“Dal canto suo Enac -prosegue la nota-  ha poi osservato come in occasione del deragliamento del treno merci nei pressi della stazione di Firenze Castello o dell’alluvione in Emilia-Romagna, e dunque in seguito a eventi catastrofali che hanno determinato un’impennata della domanda di trasporto aereo causata dalla soppressione dei collegamenti ferroviari e dall’inagibilità di alcuni tratti autostradali, è conseguito un eccessivo incremento dei prezzi dei biglietti aerei che, con riferimento a specifiche rotte domestiche, sono arrivati a toccare anche i 1.000 euro l’uno”. Tutti esempi, rilevano fonti del Mimit, “che dimostrano come il libero mercato” – invocato  dall’amministratore delegato di Ryanair Eddie Wilson- “in questa vicenda c’entri poco o nulla. Mentre sembra entrarci molto la speculazione causata dalla scarsa concorrenza e il mancato contrasto ai comportamenti distorsivi della normale dinamica domanda-offerta”.

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