Carola Rackete provoca, proclami deliranti contro l’Italia: “Serve un’alleanza antifascista”
“Le condizioni in Italia per i migranti sono in generale peggiorate”. “Estrema destra al governo”. “Gli accordi con la Tunisia non si devono fare”. Carola Rackete torna con i suoi proclami deliranti contro il nostro Paese e le politiche migratorie dell’esecutivo. Torna a parlare e viene intervistata dalla Stampa. Tenta di dettare legge la comandante della Sea Watch, che nel luglio del 2019 disobbedì agli ordini della capitaneria di porto di Lampedusa che le negava l’attracco. Mentre nel suo Paese, in Germania, persino il partito in cui si candidarà alle Europee non gradisce il suo programma, tenta di avere udienza in Italia. Dove i corifei dell’immigrazionismo e delle Ong sono sempre ben disposti a mettersi sull’attenti con la “capitana”.
Carola Rackete sulla “Stampa”: “Ci vuole un’alleanza antifascista”
Cogliamo fior da fiore qualche stralcio del suo sproloquio. “E’ chiaro che come minimo dobbiamo rispettare i diritti umani. Non bisogna dimenticare che queste convenzioni sono nate dagli orrori della Seconda guerra mondiale e dal nazifascismo. E ora stiamo andando di nuovo verso una situazione in cui i partiti di destra si consolidano, e non solo in Italia. Questo è il momento di prendere coscienza che in Europa serve una alleanza antifascista: una linea rossa che eviti ai conservatori e all’estrema destra di collaborare, perché la Storia ci insegna dove si va a finire”.
Carola Rackete si permette di criticare i nostri accordi con la Tunisia
Rackete attacca anche la cooperazione con la Tunisia. Ha la presunzione di dettare lei l’agenda al nostro governo, al nostro premier: “Trovo scandaloso che la Ue abbia trattato con la Tunisia. Abbiamo appena visto cosa fanno le forze di sicurezza tunisine ai migranti nel deserto e come li abbandonano lì. Tutta l’Unione europea è coinvolta in questo, e non dobbiamo credere quando un governo Meloni cerca di presentarsi come moderato a Bruxelles”. E’ un governo “di estrema destra e tutti devono esserne consapevoli. Non ci può essere cooperazione con Meloni a nessun livello nell’Ue”. Una vergogna venduta come un ragionamento. Ma in Germania stanno imparando a conoscerla. Pare che Carola Rackete stia “speronando” anche il partito ultraprogressista Die Linke (La sinistra), per il quale ha annunciato di voler correre alle prossime Europee. Insomma, Carola Rackete ha stufato anche la sinistra tedesca che ora è in rivolta contro di lei. Sempre divisiva.
Anche la sinistra tedesca non può vedere la Rackete. Solo da noi gli ‘osanna’
A osteggiarla è stato in particolare Tagesspiegel Klaus Ernst, parlamentare della Linke e presidente del movimento dal 2010 al 2012. Ha tuonato contro la proposta di candidare la “capitana”: “Non è affiliata al partito. E questo dimostra ulteriormente l’ottusità della leadership politica”. Per lei la strada che la porterà alla candidatura è lastricata di ostacoli. Ha annunciato a metà luglio di volersi candidare. Ma il placet dovrà essere ufficialmente confermata in un congresso del prossimo novembre. Ma – riportava un retroscena del Giornale- si stanno già mettendo in moto i “malpancisti” tedeschi. La sinistra di Die Linke non gradisce proprio quegli gli aspetti massimalisti per i quali invece la sinistra italiana la osanna. Del resto casa attendesi da una che nel demenziale programma elettorale affermava di volere salvare l’Europa dal fascismo. Il programma della Rackete infarcito di ideologismo, di immigrazionismo spinto ha creato non pochi imbarazzi in Patria. La sua chiamata a un’alleanza anti-fascista, passando per la socializzazione delle grandi compagnie di petrolio, gas e carbone, ha del demenziale e ha messo in imbarazzo il partito per il quale vorrebbe correre.